Sono necessarie misure immediate per contrastare l'invasione del rospo asiatico (Duttaphrynus melanostictus) nel Madagascar orientale, una vera e propria piaga che minaccia l'incredibile biodiversità dell'isola, ma anche attività umane ed economiche. È l'appello contenuto nell'Asian Toad Eradication Feasibility Report che indica questo animale come causa di un potenziale disastro ecologico.
L'impatto, spiegano gli scienziati, potrebbe essere peggiore di quello causato in Australia dal rospo delle canne.
"Il Madagascar è un paradiso per la fauna selvatica", afferma Christian Randrianantoandro di Madagasikara Voakajy, co-autore del rapporto. "Senza rapide azioni gli effetti di questo rospo saranno devastanti. Potrebbe distruggere la catena alimentare e causare il declino, fino all'estinzione, di specie native di predatori e prede". Secondo il rapporto il rospo è arrivato nel porto della città di Toamasina probabilmente fra il 2007 e il 2010. Con analisi genetiche i ricercatori hanno scoperto che è molto simile alle popolazioni di rospi del Sud-est asiatico.
Al momento la presenza del rospo asiatico è circoscritta in 110 chilometri quadrati, aggiunge James Reardon, del Dipartimento neozelandese per la conservazione, tra gli autori del rapporto, "e questo ci dà speranza di poterla contenere, ma solo se facciamo qualcosa ora". "Se i rospi si stabiliscono nel Pangalanes Canal l'eradicazione non sarà più un'opzione percorribile".
Il rospo asiatico ha un impatto negativo anche sulla salute degli uomini: in Laos ha avvelenato e ucciso le persone che lo hanno mangiato e in Madagascar, dove le rane sono una componente comune nella dieta delle aree rurali, è considerato un serio rischio alimentare. I rospi fanno male anche al commercio: lo Stato australiano del Queensland ha già imposto limitazioni alle importazioni di beni provenienti da zone dove il rospo vive e dove c'è un basso livello di bio-sicurezza.