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Col sonar a caccia di vita negli ecosistemi marini

Sistema utilizzato per la prima volta in area protetta messicana

Redazione ANSA ROMA

Sub muniti di sonar per censire le specie che popolano gli ecosistemi marini: un team di scienziati dell'Istituto Scripps di Oceanografia dell'Università della California, San Diego, ha usato per la prima volta l'idroacustica, ovvero lo studio della propagazione del suono sott'acqua, come metodo per confrontare l'abbondanza di specie all'interno e al di fuori di aree marine protette. L'esperimento è descritto su Scientific Reports.

Testato in Messico nelle acque del Parco nazionale di Cabo Pulmo, il sistema ha portato a risultati significativi. Con tecnologie di idroacustica gli scienziati hanno scoperto che l'abbondanza di pesci era il quadruplo rispetto alle aree non comprese nel parco marino. Nell'area marina protetta, creata nel '95, finora le indagini sulla vita marina venivano condotte con censimenti visivi effettuati da sub. Operazioni costose e non capillari.

Nell'esperimento invece i ricercatori hanno scandagliato l'ecosistema e le acque al di fuori del parco marino con apparecchiature idroacustiche montate su imbarcazioni ottenendo informazioni sulla densità dei pesci, sulla biomassa totale e anche sulla grandezza degli esemplari. Il metodo, pur essendo più veloce, ha comunque dei limiti: ad esempio non fornisce informazioni specifiche sulle diverse specie. Tuttavia secondo gli scienziati potrebbe aprire le porte a un sistema più economico per valutare le popolazioni ittiche globali.

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