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In Italia calano le rinnovabili, aumentano i gas serra

L'allarme lanciato a Rimini a Stati generali Green economy

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RIMINI - L'Italia è all'avanguardia in Europa sulle politiche ambientali e per il clima, con un'alta percentuale di fonti rinnovabili nella produzione di energia e con un tasso di riciclo dei rifiuti più alto della media europea. Ma questa buona posizione è in pericolo: negli ultimi quattro anni gli investimenti sulle energie rinnovabili si sono dimezzati, e il risultato è che quest'anno la produzione di energia pulita è calata e le emissioni di gas serra sono aumentate.
A tracciare questo quadro è un rapporto sullo stato dell'economia ambientale in Italia, preparato dal Consiglio nazionale della Green Economy e presentato oggi agli Stati generali della Green Economy a Rimini, nel corso della fiera Ecomondo. Il Consiglio, presieduto da Edo Ronchi, storico ambientalista italiano ed ex ministro dell'Ambiente, raccoglie 66 organizzazioni di imprese del settore.
L'Italia nel 2015 aveva una quota di rinnovabili del 17,5%, contro una media europea del 16,7. Tuttavia gli investimenti sulle fonti pulite si sono dimezzati negli ultimi quattro anni, da 3,6 miliardi nel 2013 a 1,7 miliardi nel 2016. Il risultato è che la produzione da fonti rinnovabili è calata del 5% nei primi otto mesi del 2017, e le emissioni di CO2, dopo anni di calo, dal 2015 hanno ripreso a salire.
Il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, intervenendo agli Stati generali ha detto che il calo delle rinnovabili è dovuto alla siccità, che ha colpito l'idroelettrico, e che l'aumento delle emissioni è risultato della ripresa economica. Ma il dato negativo rimane.
L'Italia è ben messa riguardo al riciclo dei rifiuti. In discarica va solo il 25% della spazzatura, la differenziata è al 52,5% e il riciclo al 47,7%. Ma rimangono profonde differenze fra i territori. In Trentino Alto Adige la differenziata è al 65%, in Sicilia al 12,8%.
In fatto di mobilità, l'Italia è leader in Europa per i veicoli a gas e seconda solo alla Norvegia per le ibride (2,1% nel 2016), ma ha una percentuale irrisoria di auto elettriche (0,05%). Soprattutto, dal 2010 al 2015 ha visto ridursi del 17% l'offerta di posti sugli autobus.
Il Consiglio della Green Economy ha presentato agli Stati generali di Rimini anche un decalogo per la transizione all'economia verde. Il documento chiede di inserire la transizione fra le priorità dell'agenda parlamentare e di governo, rilanciare rinnovabili ed efficienza energetica, puntare sull'economia circolare (cioè sul riciclo), attivare un piano nazionale per la rigenerazione urbana, incentivare la mobilità pulita e l'agricoltura sostenibile, promuovere la qualità ecologica delle imprese, tutelare il capitale naturale, investire nella gestione delle acque e rendere più efficaci le politiche pubbliche.
Il ministro Galletti ha rivendicato le politiche per l'ambiente del suo governo: le strategie energetica, dell'economia circolare, dello sviluppo sostenibile e degli adattamenti climatici. "Ma serve una governance unificata di queste politiche a Palazzo Chigi - ha aggiunto - che coordini i ministeri interessati".

In collaborazione con:
Ecomondo

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