Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Rita Atria

Rita Atria

17 novembre 2016, 10:01

Redazione ANSA

ANSACheck

Vittima indiretta della mafia, Rita Atria, collaboratrice di giustizia, morta suicida il 26 luglio 1992, una settimana dopo la strage di via D'Amelio nella quale fu ucciso il giudice Borsellino. Rita Atria, che aveva 17 anni (era nata a Partanna il 4 settembre 1974), è morta lanciandosi dal settimo piano di un palazzo del quartiere Tuscolano, a Roma, dove viveva sotto la protezione dell' alto commissariato antimafia. Dopo l' uccisione di Borsellino, la ragazza era caduta in uno stato di profonda prostrazione. ''Sono rimasta sconvolta questa la motivazione del suo gesto - dall' uccisione del procuratore Paolo Borsellino, adesso non c'è più chi mi protegge, sono avvilita, non ce la faccio più''. Nella casa al Ruscolano era arrivata da soli tre giorni (le misure di sicurezza prevedevano frequenti cambi di domicilio). Rita Atria, figlia di Vito e sorella di Nicolo', entrambi assassinati dalla mafia nella guerra fra cosche rivali, aveva iniziato a collaborare con Paolo Borsellino e poi con i sostituti Alessandra Camassa e Massimo Russo, ai quali aveva rivelato aspetti ritenuti estremamente interessanti sulle cosche mafiose del trapanese e del Belice. Il padre, Vito Atria, era stato ucciso a 42 anni in un agguato mafioso a Partanna il 18 novembre del 1985. Il fratello di Rita, Nicolo', di 27 anni, aveva subito la stessa sorte il 24 giugno 1991, ucciso nella sua pizzeria di Montevago. Le rivelazioni di Rita Atria e della cognata Piera Aiello avevano consentirono di delineare gli scenari dalla ''guerra'' di mafia che a Partanna aveva provocato una trentina di omicidi nella faida tra la famiglia dei Ingoglia, alla quale appartenevano gli Atria, e quella degli Accardo, detti 'cannata'. La madre di Rita, Giovanna Cannova, qualche mese dopo la morte della figlia, venne sorpresa mentre prendeva a martellate la sua fotografia sulla tomba di famiglia a Partanna e per questo atto fu condannata a due mesi e 20 giorni. In un'udienza del processo a numerosi componenti della mafia di Partanna, un pentito rivelò poi che la notizia del suicidio di Rita Atria fu accolta nel carcere di Trapani con un lungo applauso. La storia di Rita Atria approda nel 1997 alla Mostra del Cinema di Venezia con ''Diario di una ribelle'', un mediometraggio realizzato dal giovane regista palermitano Marco Amenta.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza