Ha immortalato il mito della Dolce
Vita negli anni '60, con gli scatti di Anita Ekberg e dei 'bacio
dello scandalo' tra Liz Taylor e Richard Burton, ma negli anni
'70 Marcello Geppetti si trova anche all'Idroscalo di Ostia,
dove è stato rinvenuto il corpo senza vita di PIer Paolo
Pasolini e 4 anni dopo in via Caetani, il giorno del
ritrovamento del cadavere di Aldo Moro. A raccontare la storia
di uno dei re dei paparazzi romani è Vittorio Morelli con il
libro 'Fotoreporter. Marcello Geppetti da via Veneto agli anni
di piombo' (edizioni All Around).
Macchina fotografica al collo a cavallo della Vespa ad
inseguire le star del cinema, Geppetti faceva parte di quel
gruppo di fotografi d'assalto romani che Federico Fellini ha
consegnato alla storia nel suo film. Nel 1960 riprende Anita
Ekberg che si difende dai fotografi nel 1960 armata di arco e
frecce davanti alla sua villa romana. Nel 1961 ferma su
pellicola Audrey Hepburn in una panetteria romana; nel giugno
del 1962 a Ischia riprende il bacio tra Taylor e Burton con il
suo teleobiettivo Novoflex da 400mm raddoppiato e montato sulla
Nikon F. Tutti 'colpi' messi a segno da un giovane fotoreporter
arrivato da Rieti all'inizio degli anni Cinquanta e che aveva
mosso i suoi primi passi nella professione iniziando da
fattorino in un giornale della Capitale.
L'1 marzo del 1968 la reflex di Geppetti è in azione a Valle
Giulia, sede della facoltà di Architettura dell'Università di
Roma, dove riprende con vividezza gli scontri di piazza tra i
manifestanti e le forze di polizia.
L'archivio fotografico di Geppetti, tenacemente conservato dal
figlio, conta circa un milione di negativi. Pezzi di storia
italiana. Che meritano di essere riscoperti. Assieme alla figura
di un uomo che, come racconta il figlio, aveva una integrità
morale tale da rifiutare i 12 milioni di lire (cifra astronomica
nel 1962) da parte dell'avvocato di Richard Burton per ritirare
le foto del bacio. La risposta di Geppetti fu no, perché "io
lavoro per la stampa e non per i privati, e poi cosa si direbbe,
di me, in giro?".
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