(di Alfredo Pecoraro) - TRAPANI - Il ballottaggio spacciato per
thriller andato in scena a Trapani è scivolato su un copione
dall'esito scontato e senza colpi di scena. Il miracolo invocato
dall'unico candidato a sindaco, Piero Savona (Pd), e dai big del
Pd che avevano postato video-appelli per invogliare ad andare a
votare, non c'è stato. Gli elettori hanno disertato in massa le
urne, come auspicato da Beppe Grillo che aveva definito "una
farsa" il voto trapanese. Il quorum del 50% dei votanti,
condizione essenziale per la validità del ballottaggio, non è
stato raggiunto. Hanno votato 16.055 elettori, appena il 26,75%
degli aventi diritto, meno della metà rispetto ai 35.377 votanti
al primo turno, pari al 58,94%. Trapani, come si temeva alla
vigilia, si risveglia senza sindaco e senza consiglio comunale,
poiché decadono anche i consiglieri eletti al primo turno nelle
liste collegate ai candidati a sindaco in quanto non è possibile
procedere alla ripartizione dei seggi senza la proclamazione di
un vincitore. Savona era l'unico in corsa dopo che Mimmo Fazio,
il più votato al primo turno, era decaduto. Il politico aveva
scelto volontariamente di non depositare la lista degli
assessori designati facendosi estromettere dal ballottaggio.
Fazio era stato arrestato durante la campagna elettorale, e poi
rimesso in libertà, per corruzione nell'ambito dell'inchiesta
'Mare nostrum' dalle Procure di Palermo e Trapani; i pm nei
giorni scorsi hanno fatto ricorso alla revoca dei domiciliari
nei confronti del politico. Una decisione quella di Fazio
criticata dal suo ex collega nel Pdl, Antonio D'Alì (Fi), giunto
terzo al primo turno: il senatore forzista sarebbe subentrato
nel ballottaggio se Fazio si fosse dimesso subito dopo avere
vinto la prima tornata ma non l'ha fatto proprio per non
avvantaggiare il suo "rivale" politico. Amaro il commento di
Piero Savona: "A perdere è la città". E attacca Grillo e D'Alì:
"Hanno assunto la stessa posizione, tante persone hanno remato
contro il ballottaggio". Trapani a questo punto sarà guidata da
un commissario, nominato dalla Regione siciliana, che guiderà il
comune fino alla prima tornata elettorale utile. "I cittadini
torneranno a votare nel 2018 - spiega l'assessore agli Enti
locali della Regione siciliana, Luisa Lantieri - Non è possibile
agganciare il voto a quello delle regionali di novembre perché
la sessione straordinaria è consentita solo per i comuni sciolti
per mafia".
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