(di Valentina Roncati) - Le
università stano reagendo al dramma generato dal Coronavirus
dimostrando "una grande responsabilità, unità e senso del
dovere". Ne è convinto il rettore del Politecnico di Milano e
neopresidente della Crui, la Conferenza dei rettori delle
Università italiane, Ferruccio Resta. "Tutte le università sono
già attive con la formazione a distanza, con sforzo incredibile
e a tempi da record. Oggi Harvard inizia a fare il percorso che
gli atenei italiani hanno iniziato da alcune settimane. C'è uno
sforzo importante per garantire gli esami di laurea senza
compromettere il semestre in corso; nostro dovere, al riavvio
delle attività, è che siano tutti pronti per ripartire", spiega
all'ANSA. Gli atenei hanno messo in campo lezioni a distanza; in
alcuni casi si stanno svolgendo anche alcune prove orali con le
piattaforme digitali. Solo alcune università stanno studiando
forme per riuscire a erogare addirittura le prove scritte, ma
sono ancora tentativi in fase di sperimentazione e solo per
numeri piccoli. Parlando del tema più che mai attuale del numero
chiuso in alcune facoltà, come Medicina, il rettore spiega: "Ci
sono dei principi come il diritto allo studio e la qualità dell'
insegnamento per i quali serve una corretta pianificazione. Se
decidiamo di triplicare i numeri senza permettere allo studente
di avere una preparazione di qualità in realtà pensiamo di fare
un bene e risolviamo adesso apparentemente un problema ma in
realtà lo spostiamo tra tre o cinque anni". Tante le priorità al
centro del suo mandato. "L'esperienza che stiamo facendo in
questi giorni riguarda l' innovazione didattica: è una eredità
che non possiamo assolutamente perdere; l'idea che l'università
di domani sia in grado di sfruttare la didattica digitale è
fondamentale. Queste misure ci permettono di ripensare alcuni
aspetti, valorizzando la presenza fisica in alcuni momenti e
spostando altri sulle piattaforme digitali". Per il futuro il
presidente della Crui vuole spingere sui temi della
internazionalizzazione: "abbiamo capito che ormai siamo un mondo
globale e l'università si deve confrontare con un perimetro di
riferimento internazionale; abbiamo poi un lavoro da fare più
propositivo - meno pareri e più proposte - sul tema della
semplificazione, per essere competitivi con altri sistemi
universitari altrimenti rischiamo che gli studenti scelgano
altre realtà!. Infine le risorse: "Abbiamo il compito di fare
delle proposte su quelli che sono gli investimenti necessari per
la formazione e la ricerca qualora questo rientri nell'agenda
politica: noi segnaliamo che per fare formazione di livello
servono risorse, come per creare opportunità alle nuove
generazioni, ma non è nostro compito fare l'agenda politica, se
questa ritiene che altre sono le priorità ne prenderemo atto".
(ANSA)
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