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Acqua di Colonia, dal 1600 ad oggi ancora un mito profumato, ecco le sue origini

E' una storia italiana di 30 essenze, un museo di montagna la racconta

 © ANSA
  • di Marzia Apice
  • SANTA MARIA MAGGIORE (VB)
  • 24 marzo 2018
  • 10:33

Una base di bergamotto, e poi limone, fiori d'arancio, rosmarino, lavanda e qualche piccolo segreto legato alla Luna: così, con una trentina di essenze, nasce la storia di un grande mito profumato, all'inizio noto come Aqua Mirabilis per le sue proprietà lenitive e medicamentose, scelto nel corso degli anni come profumazione prediletta da personaggi illustri come Goethe, Voltaire, la regina Vittoria e Napoleone Bonaparte. Poi questo storico profumo si è diffuso come Acqua di Colonia, celebre e amata in tutto il mondo, che, a dispetto del nome, nasconde però una storia tutta italiana, fatta di intuizione, intraprendenza e soprattutto "naso".

Si scopre dal 24 marzo alla Casa del Profumo Feminis-Farina, un piccolo museo di montagna situato nella Val Vigezzo, a Santa Maria Maggiore (Vb), dove saranno svelati al pubblico tutti i segreti della bottega di un alchimista, tra essenze, aromi e flaconi, ma in cui sarà reso omaggio ai due italiani inventori e artefici della fortuna di questo antico profumo. La storia dell'Acqua di Colonia nasce infatti alla fine del 1600 grazie a Giovanni Paolo Feminis, ideatore della formula originale, e a Giovanni Maria Farina, che ne curò la commercializzazione, entrambi originari della Val Vigezzo: il profumo è conosciuto come Acqua di Colonia solo perché è in quella città che si stabilì l'inventore, e lì ha sede l'azienda fondata nel 1709 alla quale ancora oggi è affidata la produzione.

L'Acqua di Colonia ora torna finalmente a casa, in un luogo che si offre come un viaggio olfattivo e multisensoriale che dal 1600 trasporta fino ai giorni nostri. "Non è magia, si prende lo spirito di vino, ma poi servono i fiori, le piante aromatiche, quelle che crescono sulle nostre colline in Italia. E bisogna sapere quali fiori e in quali proporzioni. Poi metterli a macerare in un tino coperto per tutto il percorso della luna, toglierli e rimetterli e aggiungere il bergamotto e il rosmarino, ma soltanto quando la luna diventa calante. Ecco, questo è il segreto", scriveva Feminis.

E il pubblico potrà davvero toccarlo con mano questo profumatissimo segreto: all'inizio del percorso, in un'installazione multimediale con video animazione 3d, saranno gli stessi Feminis e Farina a dare la prima accoglienza; poi, una sezione si focalizza sul tema della migrazione, con il racconto di storie di viaggi che si intrecciano con il destino dell'Acqua di Colonia; infine, dopo aver scoperto la ricetta del profumo, toccato e odorato le erbe e le piante utilizzate nella sua formula, tutte coltivate nel piccolo giardino e nella serra del museo, i visitatori potranno addirittura usare l'organo del profumiere, la grande 'tavolozza' con centinaia di campioni di essenze che è lo strumento fondamentale per i 'nasi', creando così come veri profumieri il proprio profumo personale.
   

  • di Marzia Apice
  • SANTA MARIA MAGGIORE (VB)
  • 24 marzo 2018
  • 10:33

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