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Milano e Roma, peggiori città per gli expat

Milano e Roma, peggiori città per gli expat

In Europa Lisbona, Barcellona al top Expat City Ranking 2019

09 dicembre 2019, 12:23

Redazione ANSA

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Lisbona @Alessandra Magliaro - RIPRODUZIONE RISERVATA

Lisbona @Alessandra Magliaro - RIPRODUZIONE RISERVATA
Lisbona @Alessandra Magliaro - RIPRODUZIONE RISERVATA

Milano (80esima) e Roma (81esima) si classificano fra le 3 città peggiori nell’Expat City Ranking 2019 che si basa sul sondaggio annuale Expat Insider realizzato da InterNations, la più grande comunità globale e sito d'informazione per le persone che vivono e lavorano all'estero. Con più di 20.000 intervistati nel 2019 è uno dei sondaggi più ampi sulla vita e il lavoro all’estero. Nel 2019 sono state analizzate 82 città nel mondo, offrendo informazioni dettagliate su cinque aree della vita di un expat: la qualità della vita urbana, lo facilità di ambientamento, la vita lavorativa urbana, situazione finanziaria e abitativa, costo della vita locale. Nel loro insieme, le prime quattro aree compongono la classifica dell’Expat City Ranking, che rivela le migliori e le peggiori città in cui trasferirsi nel 2020.
La performance di Milano e Roma non è positiva, soprattutto nell’Urban Work Life Index (vita lavorativa urbana).
Secondo la classifica: Taipei, Kuala Lumpur, Ho Chi Minh City, Singapore, Montréal, Lisbona, Barcellona, Zugo, l’Aia e Basilea sono le città migliori in cui trasferirsi nel 2020
• Kuwait City (82esima), Roma, Milano, Lagos (Nigeria), Parigi, San Francisco, Los Angeles, Lima, New York City e Yangon (73esima) sono le città peggiori al mondo.

Nel dettaglio: Milano si posiziona terzultima, all’ 80esimo posto su 82 città, classificandosi generalmente in basso nell’Expat City Ranking 2019. La città mostra risultati poco brillanti nell’ Urban Work Life Index (77esima), posizionandosi fra le ultime 10 in tutte le sue sottocategorie. Inoltre, è anche la città con il peggior punteggio in termini di soddisfazione sul lavoro, con solo il 47% degli expat a Milano soddisfatti in generale del proprio lavoro (a differenza del 64% su scala globale). In aggiunta, circa tre su dieci sono scontenti della sicurezza del proprio lavoro (29% contro il 21% nel resto del mondo), le proprie ore di lavoro (30% contro il 19% a livello globale) e il proprio equilibrio fra vita lavorativa e vita privata (29% contro il 21% su scala globale). Il duro lavoro non sembra ripagare, dal momento che quasi quattro expat su dieci (39%) sono anche insoddisfatti della propria situazione finanziaria (a differenza del 26% nel resto del mondo). Un expat tedesco si lamenta del “cattivo equilibrio tra reddito e costo della vita” e la maggior parte degli expat sembra essere d’accordo: meno di un quarto (23%) è soddisfatto del costo della vita locale (contro il 43% su scala globale). Mentre il numero di expat soddisfatti per quanto riguarda le reti di trasporto locali a Milano (74% contro il 70% nel resto del mondo) e le opinioni sul clima locale (61% contro il 59% su scala globale) è leggermente al di sopra della media globale, la città si classifica solamente 60esima nell’Urban Living Index. Una delle principali ragioni della sua mediocre performance è il basso grado di stabilità politica (75esima), dato che solamente il 25% valuta questo fattore positivamente. Questo risultato non è solamente al di sotto della media globale (61%) ma è anche più basso rispetto all’anno scorso (44%). “La situazione politica sta cambiando,” osserva un expat polacco. “Gli stranieri adesso hanno più difficoltà a registrarsi, usare l’assistenza sanitaria e compare una casa!” Forse questa è una delle ragioni per cui gli expat si sentono meno a casa a Milano, con la città che si classifica fra le ultime 10 (75esima) per questo fattore. Circa la metà degli expat a Milano (53%) afferma di sentirsi a casa in questa città, a differenza del 64% su scala globale.

Roma è nuovamente votata come la peggiore città europea per gli expat, posizionandosi 81esima su 82 città nell’Expat City Ranking 2019, solo davanti a Kuwait City su scala globale. Come Milano, la più grande debolezza di Roma è l’Urban Work Life Index, in cui si classifica ultima al mondo per la seconda volta consecutiva. Un expat su tre a Roma (33%) è insoddisfatto del proprio lavoro attuale (contro il 19% su scala globale) e due terzi (67%) sono infelici delle opportunità di carriera locali (contro il 27% su scala globale). Più della metà degli expat a Roma (54%) non giudica favorevolmente la propria stabilità lavorativa (a differenza del 21% su scala globale) e il 62% valuta lo stato dell’economia locale in modo negativo, più di quattro volte la media globale (15%). “È difficile trovare un lavoro,” spiega un expat turco. Infatti, solo poco più di un terzo degli expat (36%) ritiene che il proprio reddito sia più di ciò di cui hanno bisogno per ricoprire le spese di tutti i giorni (contro il 49% a livello globale) e meno della metà (44%) è soddisfatto della propria situazione finanziaria (contro il 57% su scala mondiale). Un expat spagnolo commenta che “il costo della vità è troppo alto e i salari sono generalmente bassi”.
Similmente a Roma è criticata dagli expat per la instabilità politica, con meno di un quarto (24%) soddisfatto della situazione attuale (contro il 61% a livello globale). Mentre i trasporti pubblici a Milano riscontrano risultati abbastanza positivi, quasi due expat su tre a Roma (63%) sono insoddisfatti dei servizi disponibili (contro il 19% su scala globale). Tuttavia, Roma batte Miano in termini di clima locale: il 92% degli expat apprezzano il clima (a differenza del 59% nel resto del mondo) e oltre la metà (55%) dà a questo fattore il miglior punteggio possibile. “É un posto bellissimo, la vita è piacevole, il clima è bello e il cibo è delizioso,” è l’opinione di un expat spagnolo.

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