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Emissioni CO2, industria auto si allontana da obiettivi Ue

JATO Dynamics 'auto grandi, suv e calo diesel aumentano media'

Redazione ANSA

Gli analisti di JATO Dynamics lanciano l'allarme: invece di avvicinarsi al raggiungimento degli obiettivi fissati dalla Ue in tema di emissioni di CO2 , l'industria automobilistica è rimasta indietro e ora la situazione è a livelli simili a quelli osservati nel 2014I miglioramenti apportati dai diversi costruttori in termini di efficienza dei consumi di carburante e nuove tecnologie sono stati compromessi dal maggiore successo commerciale di auto più grandi, dal calo delle immatricolazioni diesel e dalla presenza di più suv sulle strade. Lo evidenzia l'ultimo studio 'Beyond Regulation: Staying ahead of the pack' diffuso da JATO Dynamics che in una dettagliata valutazione della situazione nei vari mercati e per i diversi costruttori ribadisce che l'industria è ben lontana dal conseguire l'obiettivo delineato dalla Commissione europea, cioè che dal 2021 (con una introduzione graduale dal 2020) le emissioni medie di CO2 per tutta la flotta di auto nuove nella UE debba essere pari di 95 g/km. Nel 2019, il divario tra questo obiettivo e le emissioni medie di CO2 dei modelli prodotti era di 27,2 g / km e la nuova ricerca suggerisce che questo è ancora molto lontano da dove l'industria dovrebbe essere in questo momento. A livello di costruttori Toyota, Citroen e Nissan hanno evidenziato migliori prestazioni rispetto all'anno scorso, riducendo ulteriormente il divario tra le loro attuali emissioni e i loro obiettivi. Per Toyota ciò mostra una chiara correlazione tra le immatricolazioni di auto ibride e una riduzione delle emissioni medie in tutto il settore, poiché le emissioni medie per le auto ibride erano inferiori di 25,0 g/km rispetto a quelle delle auto a benzina. Tuttavia questi cambiamenti non avranno un impatto sostenibile a meno che non vengano introdotte diverse strategie nei prossimi anni, in particolare dato che gli obiettivi stanno diventando più difficili solo per il 2025 e il 2030. Citroen, che segue Toyota nella classifica, si è comportata bene perché ha lentamente abbandonato le berline più grandi ed è arrivata tardi a cavalcare il boom dei suv. Nel 2017, le sue immatricolazioni erano costituite da auto piccole (49%), auto compatte (16%) e monovolume/van (31%). L'anno scorso, i suoi suv hanno rappresentato il 30% del totale, ma il marchio non è ancora presente nei segmenti superiori e delle auto sportive. Nel 2019 Citroen ha anche registrato uno delle medie più basse dei valori del peso in ordine di marcia e ciò ha contribuito a mantenere basse le emissioni di CO2. Nissan - sottolinea il rapporto di JATO Dynamics - ha registrato medie più elevate ma è stata in grado di ridurne l'impatto. Ha infatti abbandonato i segmenti superiori e si è concentrata sui suv. Inoltre, dal 2011 vende il modello completamente elettrico Leaf. L'anno scorso le auto elettrificate rappresentavano il 9% delle immatricolazioni di Nissan in Europa, tuttavia nessuna di queste era un suv, tipologia che rappresenta il 72% del suo volume. La trasformazione verso i suv della gamma Nissan si sta muovendo più velocemente della sua elettrificazione. Di conseguenza, le emissioni rimangono costantemente al di sopra di 110 g/km. Tra i marchi premium, Bmw ha fatto segnare le prestazioni più stabili nelle emissioni di CO2. La Casa di Monaco è stata più veloce nell'adottare motori 'alternativi' rispetto a Mercedes e Audi, ottenendo buoni frutti, che sono però stati in parte vanificati dalla crescente popolarità dei suoi suv che rappresentano il 39% delle sue immatricolazioni. JATO Dynamics evidenzia quello che sono i fattori comuni tra i marchi che hanno migliorano i livelli di emissioni nel 2019. Si è trattato di una combinazione di queste strategie, la riduzione del peso delle auto, la contrazione della quota di suv e l'aumento delle vendite di modelli elettrificati (ibridi) e di quelli 100% elettrici. Tuttavia - conclude JATO Dynamics - l'elettrificazione con i diversi tipi di sistemi ibridi non sarà sufficiente a lungo termine e sono necessarie più auto a zero emissioni per ridurre notevolmente i livelli di emissioni.

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