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Fiat Panda usa da un anno biometano ricavato da acque reflue

Sperimentazione con Gruppo CAP per impatto ambientale come EV

Redazione ANSA ROMA

ROMA - Esattamente da un anno una Fiat Panda viaggia alimentata esclusivamente con biometano prodotto dall'impianto per la depurazione delle acque reflue del Gruppo CAP a Bresso-Niguarda (Milano). Nel marzo dello scorso anno l'auto è partita dal Mirafiori Motor Village di Torino per partecipare al progetto #BioMetaNow, che vede come protagonisti FCA e il Gruppo CAP, insieme con LifeGate, il network che opera in Italia per lo sviluppo sostenibile.

Da allora la Panda Natural Power ha percorso migliaia di chilometri, sempre alimentata con il biometano prodotto da acque reflue senza evidenziare controindicazioni né effetti sul motore, al pari del gas prodotto da rifiuti agricoli e solidi urbani. La Panda #BioMetaNow in questi mesi è stata regolarmente verificata attraverso approfonditi test effettuati presso il Centro Ricerche di FCA per confermare che l'uso del biometano non comporta per il motore alcuna differenza rispetto al gas naturale di origine fossile. La prima prova è stato il controllo delle emissioni allo scarico sul banco a rulli, per valutare l'efficienza del catalizzatore; la seconda è stato il controllo del motore per esaminarne le prestazioni.

Questo primo anno di sperimentazione - si legge nella nota di FCA - cade negli stessi giorni in cui il Ministero dello sviluppo economico, di concerto con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e con quello delle politiche agricole alimentari e forestali, ha approvato il decreto interministeriale per la promozione dell'uso del biometano e degli altri biocarburanti avanzati nel settore dei trasporti. Si tratta di un provvedimento particolarmente atteso sia dal settore agricolo sia da quello che si occupa della gestione del ciclo dei rifiuti.

Con questo decreto il nostro Paese - già all'avanguardia in Europa - si pone l'obiettivo di raggiungere nel 2020 il 10% di consumo di energie rinnovabili nel settore dei trasporti, al cui interno è stato fissato un ulteriore obiettivo per biometano avanzato e altri biocarburanti avanzati, pari allo 0,9% nel 2020 e all'1,5% a partire dal 2022.

Il 'rifornimento' della Panda di #BioMetaNow avviene grazie al gas prodotto dal depuratore di Bresso-Niguarda che raccoglie le acque reflue dei Comuni di Paderno Dugnano, Cormano, Cusano Milanino e Cinisello Balsamo, complessivamente quasi 300 mila persone. Il processo di depurazione delle acque determina all'interno dei digestori la formazione di biogas composto da circa il 65% di metano, che può essere estratto e raffinato fino a ottenere indici di purezza vicini al 99%. Una volta compresso, questo biometano è pronto per essere immesso nelle vetture.Questo impianto del Gruppo CAP sarebbe in grado di produrre da solo oltre 340 mila chilogrammi di biometano all'anno, cioè il carburante necessario a far viaggiare 416 Panda per 20 mila chilometri ognuna. È facile immaginare l'impatto positivo sull'ambiente che potrà avere l'ampliamento dell'uso del biometano, con una normativa che ne favorisca l'immissione diretta in rete. Questo biocombustibile può essere ottenuto sia dall'acqua di scarto (come in questo caso) sia dagli scarti di biomasse di origine agricola - che si rinnovano nel tempo e che nel loro ciclo di vita hanno incorporato il carbonio presente nell'atmosfera - e ancora dalla frazione organica dei rifiuti solidi urbani della raccolta differenziata. I vantaggi del metano ricavato da fonti rinnovabili sono numerosi e reali: innanzitutto è virtualmente inesauribile e assicura livelli di emissioni inquinanti e di gas serra allo scarico particolarmente contenuti. Inoltre, il suo impatto ambientale, considerando l'intero ciclo di produzione e di uso del carburante (dal 'pozzo alla ruota'), è pari a quello delle auto elettriche alimentate con energia rinnovabile (per esempio da eolico). Il fatto che l'utilizzo del biometano non richieda modifiche né alle auto alimentate a metano né alla rete di distribuzione, consente di migliorare le prestazioni ambientali di tutto il parco circolante, non soltanto quindi dei nuovi veicoli.

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