MILANO - "È a mio avviso urgente un piano industriale per il rilancio del settore dell'auto, che superi gli strumenti di stimolo della domanda utilizzati negli anni scorsi". Così il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi che avverte: "Se viene a mancare una solida base produttiva di autovetture in Italia, anche l'indotto è destinato a ridimensionarsi. Così come diventa a rischio la permanenza nel mercato italiano delle multinazionali estere, che attualmente impiegano circa 65.000 addetti".
Parlando al Quattroruote Day del settore automotive, il presidente di Confindustria ha aggiunto che "la qualità, l'impegno e l'intelligenza pagano e i dati positivi con cui si è chiuso il 2014 ne sono la dimostrazione e ci confortano, dopo la crisi degli ultimi cinque anni". È "quasi una fotografia traslata del nostro sistema industriale nel suo complesso", ha aggiunto. "L'automotive, nonostante le difficoltà degli ultimi anni, continua ad essere un comparto fondamentale per la nostra industria, non solo in termini quantitativi e qualitativi, ma anche per il potenziale di ricerca ed innovazione che esso esprime. Basti pensare - sottolinea Squinzi - al numero di addetti, che supera ampiamente il milione o all'ammontare di investimenti in ricerca e innovazione, che tocca quasi 3 miliardi di euro (circa il 30% del totale delle spese in ricerca sviluppo realizzate dalle imprese private italiane) con tutti gli effetti positivi in termini di bagaglio di conoscenza che derivano da questa attività". "In un contesto difficile l'indotto ha comunque mantenuto il proprio livello di produzione, grazie alle esportazioni, mentre soffrono le piccole e medie imprese che operano solo nel mercato interno", ha concluso Squinzi.