ROMA - Grazie alle connessioni e al moltiplicarsi delle reti di sensori e unità di acquisizione ed elaborazione dei dati, l'auto si sta trasformando in un 'macrocosmo' in cui anche il comportamento del guidatore e dei passeggeri può essere monitorato, archiviato e successivamente valutato, per fornire all'industria importantissime indicazioni sulle abitudini di guida e di utilizzo delle quattro ruote.
Jaguar Land Rover sta perfezionando questa rete di hardware e software, per arrivare a 'misurare' anche le azioni subconsce, cioè i comportamenti nascosti o non volontari, che caratterizzano il comportamento dei conducenti. Questo per permettere di progettare i veicoli di futura generazione in modo da renderli ancora più intuitivi. Mike Bell direttore del settore Connected Car di JLR lo ha spiegato in un'intervista rilasciata ad Automotive News Europe. ''Il maggiore vantaggio dell'auto connessa è proprio la possibilità di fornire dati per capire meglio l'uso della vettura nel mondo reale, informazioni che a loro volta possono portare a progettare le nostre auto in modo diverso''. Questo approccio rappresenta un miglioramento rispetto ai 'clinics' fatti con i clienti che sono limitati alla valutazione dei punti negativi e di quelli positivi in un momento diverso da quello dell'uso reale dell'auto. ''Quando qualcuno è al volante, sono tanti i gesti e i compiti che si eseguono inconsciamente - ha detto Bell - ed il poter accedere a questi dati reali ci potrà consentire di migliorare l'esperienza di guida delle nostre auto''. Ed ha aggiunto nell'intervista ad Automotive News Europe che i dati ''saranno utilizzati solo in modo forma anonima per garantire che il diritto alla privacy dei clienti non venga messo a rischio''. Resta comunque il rischio delle azioni degli hacker, visto che l'auto connessa è collegata ad internet. Bell ha spiegato che JLR la consulenza con i professionisti della sicurezza fan parte del processo di progettazione per evitare che i veicoli diventino vulnerabili.