Udinese - Sassuolo di domenica 24 maggio sarà un vero e proprio omaggio alle donne del calcio. Di Natale e compagni scenderanno in campo condividendo la loro maglia con il gialloblù del Castelfranco Calcio Femminile e, poco prima del calcio di inizio, le ragazze della compagine di Castelfranco Di Sotto (PI) faranno il loro ingresso a bordo campo srotolando uno striscione che recita "Viva il calcio femminile". La squadra toscana, infatti, è la terza vincitrice dell'iniziativa lanciata lo scorso gennaio da Dacia, main sponsor dell'Udinese Calcio e patrocinata dal CONI, per premiare quell'Italia sportiva poco nota che, con spirito di sacrificio e dedizione, riesce a distinguersi nella propria disciplina. Sarà un momento per affermare che anche una bambina deve poter sognare di diventare calciatrice, rompendo gli schemi e dando un calcio ai pregiudizi che spesso circondano il movimento del calcio femminile. Infatti, se quello del calcio al femminile è un mondo fatto di migliaia di tifose - il 54,8% delle donne italiane - vedere una bambina che decide di indossare gli scarpini e scendere in campo è ancora una sorta rarità. Eppure, le statistiche rivelano che il numero delle ragazze con gli scarpini negli ultimi sei anni ha conosciuto un vero e proprio boom, con un aumento del 72,2%. Così, per accendere i riflettori su questo fenomeno, domenica prossima l'Udinese vestirà una maglia speciale, metà con le tradizionali strisce bianche e nere, l'altra metà con il gialloblù del Castelfranco Calcio Femminile. Sarà un'occasione per offrire un palcoscenico d'eccezione, come uno stadio di Serie A, a ragazze che fanno dell'impegno e della passione la cifra del loro amore per il pallone "Gli allenamenti iniziano quando finisce la giornata lavorativa, così si torna a casa tardi e la cena slitta sempre dopo le 22 - ha dichiarato Francesca Saponetta, Direttore Generale del Castelfranco Calcio Femminile - a spingerci è la passione, ma anche l'idea che senza di noi molte bambine non avrebbero avuto la possibilità di fare del calcio il proprio sport".
La storia del Castelfranco Calcio Femminile inizia nel 1984, sulla scia del Trofeo Pallone Rosa, cioè la rassegna di calcio femminile organizzata in paese. Grazie all'entusiasmo generato dal Trofeo, un gruppo di ragazze decide di indossare gli scarpini, iniziando un'avventura che le ha portate fino ai campi della Serie A femminile nel Campionato 2001/2002. Il culmine di una parabola che da quel momento inizia una fase discendente, soprattutto a causa delle scarse risorse a disposizione. "I problemi - ha spiegato Saponetta - sono tanti, dal trasporto in occasione delle trasferte, ai materiali per l'allenamento, all'affitto che paghiamo per il campo sportivo. A tutte queste spese facciamo fronte grazie a piccoli aiuti che provengono da sponsor locali, quote associative, cene sociali, la vendita di piccoli gadget, spille, foto, organizzando feste e attraverso contributi diretti dei dirigenti che si autotassano". Nessuna della squadra viene stipendiata e solo quando c'è una leggera disponibilità economica è previsto un piccolo rimborso spese, specialmente in occasione delle trasferte. "Tutto questo comporta impegno e sacrifici - ha concluso Saponetta - ma non possiamo evitarli se vogliamo continuare a esistere e tornare un giorno in Serie A".