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Ferrari Roma alla prova, emozione antica per l'auto del futuro

Ferrari Roma

Ferrari Roma alla prova, emozione antica per l'auto del futuro

Docile o corsaiola: la doppia anima della GT per ogni giorno

POLLENZO (Cuneo), 31 luglio 2020, 08:09

Francesco Fabbri

ANSACheck

Ferrari Roma - RIPRODUZIONE RISERVATA

Ferrari Roma - RIPRODUZIONE RISERVATA
Ferrari Roma - RIPRODUZIONE RISERVATA

Quando Ferrari presenta una nuova vettura, il mondo si ferma a guardare: non soltanto il mondo dei motori, degli appassionati. Si ferma anche chi, semplicemente, ama il bello. Ecco, Ferrari Roma è innanzitutto così: bella. Nei lunghi mesi di attesa che hanno separato la presentazione della "Formula Uno con l'abito da sera" e la possibilità di provarla, la voglia di mettersi al volante è aumentata, e con la voglia l'interrogativo: una Ferrari così inusuale, così trasversale, così poco appariscente nella sua eleganza, avrà conservato l'anima' Ferrari? Lo diciamo subito: la risposta è sì. Roma è stata pensata e disegnata per essere semplice, pura, lineare, per abbracciare un pubblico che delle vetture di Maranello ha sempre avuto soggezione, o magari le ha trovate troppo 'show off'. Ma è totalmente Ferrari. Per la 'prima' su strada, il Cavallino ha scelto i dolci pendii delle Langhe: un connubio tra eccellenze.

 

La Roma 'nostra' per un giorno è Grigio Titanio, il colore scelto per il lancio. Da fuori l'abbiamo vista, studiata, analizzata a lungo. Ma aprire la portiera e salire a bordo è pura emozione. Un abitacolo da sportiva, certo, ma non estremo. L'accesso alla seduta è agevole, la poltrona accogliente. La sobrietà delle linee esterne prosegue anche all'interno, dove nulla è 'in più'. A partire dai comandi, tutti sul volante, per evitare di distogliere gli occhi dalla strada. Così come il cruscotto, totalmente digitale e personalizzabile nella visione, e l'interfaccia uomo-macchina, studiata per essere immediata. Un mix di comandi fisici e virtuali, ottimamente riuscito. Un dettaglio in controtendenza: Ferrari Roma non è sempre connessa.

E' pronta per esserlo, ovviamente, ma quando ci saranno norme comuni chiare in merito. Fino ad allora, la protezione della privacy del cliente sarà più importante. L'accensione è affidata a un pulsante a sfioro, alla base della razza centrale del volante, anche questo ridisegnato. E il rombo del V8 turbo da 620 CV si presenta. Siamo nel mondo Ferrari. E' sufficiente qualche chilometro per prendere confidenza, poi tutto diventa naturale. La Roma è morbidissima nell'approccio. L'accelerazione graduale, non prepotente, godibilissima. Da vera Gran Turismo. Ma pronta a rispondere ad affondi decisi. Da vera Ferrari. Una doppia anima, un'auto quasi per tutte le occasioni, come Marco Bai, product marketing manager di Ferrari Roma, ci ha raccontato nel corso di una lunga chiacchierata. Merito del lavoro fatto in tutti i comparti: dal design a quello meccanico ed aerodinamico.

Alla scoperta di Ferrari Roma con chi l'ha vista nascere

Il cambio a otto rapporti rende quasi impercettibile la cambiata quando la marcia è stradale, ma diventa deciso, secco, velocissimo, quando il ritmo cambia. Fondamentale anche il manettino, che qui ha 5 modalità: dal bagnato al comfort fino - su, su - alle modalità da pista. La tecnologia è di fondamentale aiuto nel tenere in strada la vettura, ma mai invasiva, mai eccessiva. Una tecnologia a servizio del driver, che consente anche qualche piccola imperfezione e accorre in aiuto ai meno smaliziati, sempre però con discrezione. Ferrari Roma prende spunto dalla Portofino, ma per il 70% è stata ripensata, ridisegnata. Il centro design di Maranello ha tratto ispirazione delle gloriose GT degli anni Cinquanta e Sessanta, rivisitando quelle linee e riproponendole in chiave più moderna, dinamica. Lo sforzo maggiore è stato 'togliere' anziché 'mettere', per preservare una linea pura, morbida, leggera. Caratteristica evidenti e che si apprezzano anche quando si è alla guida. Ben inteso, però: nessuna concessione alla poltrona. Ferrari Roma si presenta come un'auto dalla doppia anima. Docile, morbida, senza strappi per chi desidera percorrere i sinuosi tornanti di queste zone in totale relax. Aggressiva, reattiva, potente, per chi invece ama di più l'adrenalina. Un mix complicatissimo da trovare, quando si progetta una vettura di questo livello. Ferrari l'ha centrato in pieno. Dal docile trotto al galoppo ci vuole un attimo, e la staccata in curva ci lascia incollati alla strada e con il sorriso sul volto. Flavio Manzoni, a capo dello staff Ferrari che ha disegnato la Roma, nel corso della presentazione, ha spiegato ogni dettaglio stilistico della nascita della nuova creatura di Maranello.

Le sue intuizioni, poi, si sono dovute confrontare con la realtà degli ingegneri, dei tecnici, della galleria del vento. Discrezione come cifra distintiva: anche lo stemma del Cavallino scompare dalle fiancate. Il colore di lancio è un sobrio grigio titanio, che meglio evidenzia le linee, al posto del simbolico rosso della Casa. Il flessuoso anteriore da 'Dolce Vita' prende luce nei due gruppi ottici che segnano il profilo. Quasi invisibile la calandra, inglobata nell'anteriore, in controtendenza con il design attuale. E qui, ci ha spiegato il responsabile dell'aerodinamica, ogni singolo millimetro è stato frutto di un continuo confronto. La coda è a sbalzo, e senza ala. Per conservare la purezza delle linee, è inglobata nel lunotto. Si estrae solo automaticamente quando la velocità e le condizioni di guida lo rendono necessario. Altrimenti, rimane all'interno. La dinamica, spiegano con orgoglio da Maranello, è nascosta dietro le linee, in una vettura che 'vive di proporzioni'. Qualcosa Ferrari Roma lascia in termini di Cx rispetto alla Portofino: il coefficiente non viene dichiarato ma, ammettono, è di poco superiore rispetto alla precedente vettura della Casa ma inferiore a quello della GTC 4. Un dettaglio quasi irrilevante: quando il test finisce, rimane soltanto la voglia di ricominciare.

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