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Febbre del Nilo, almeno 8 morti nel 2018, anno record

Febbre del Nilo, almeno 8 morti nel 2018, anno record

Casi emersi sono la punta di un iceberg,in genere non dà sintomi

ROMA, 21 agosto 2018, 09:50

(Di Livia Parisi)

ANSACheck

Febbre del Nilo, almeno 8 morti nel 2018, anno record © ANSA/EPA

Febbre del Nilo, almeno 8 morti nel 2018, anno record © ANSA/EPA
Febbre del Nilo, almeno 8 morti nel 2018, anno record © ANSA/EPA

ROMA - Crescono i timori per la Febbre del Nilo, il virus trasmesso dalla zanzara 'nostrana' che ha fatto finora almeno 8 morti e oltre 123 casi in Italia. Ma i contagi record segnalati in questo 2018, l'ultimo a Ferrara (il settimo in città), sono solo la punta di un iceberg perché questa infezione spesso si presenta senza alcun sintomo e passa inosservata. A fare il punto sono gli esperti, nella Giornata Mondiale Dedicata alla zanzara (World Mosquito Day), l'appuntamento annuale per la sensibilizzazione alla lotta contro le malattie trasmesse da questo insetto, che causano un milione di morti ogni anno, di cui circa la metà dovute alla malaria. Proprio per questo si evolvono i repellenti e arrivano quelli di nuova generazione, basati su molecole di origine naturale per tenere alla larga i 'super insetti' ormai resistenti ai tradizionali pesticidi.

Se lo scorso anno a far parlare è stato il focolaio in Italia di chikungunya, che provoca dolori articolari molto intensi, mentre due anni era stata la protagonista era stata Zika, in grado di causare difetti congeniti al feto, l'attenzione quest'anno è puntata sulla febbre del West Nile. "I casi mortali - spiega all'ANSA Zeno Bisoffi, alla guida del Dipartimento di malattie infettive e tropicali dell'Ospedale Sacro Cuore di Negrar - finora sono stati 4 in Veneto e 4 in Emilia Romagna, riguardano tutti persone molte anziane e con gravi malattie. E' un anno record, considerando che lo scorso anno avevamo avuto una sola vittima, ma parliamo di un rischio di mortalità davvero molto basso, intorno allo 0,4 per mille: ovvero 4 persone su 10mila tra quelle che si infettano, muoiono".

I casi registrati dall'ECDC in Italia sono stati 123, circa la metà di quelli registrati nel resto d'Europa, ma questo, prosegue, "è dovuto al fatto che nel nostro Paese, soprattutto Veneto e Emilia Romagna, c'è un servizio di sorveglianza molto attivo, che permette di avere un quadro che non tiene conto solo dei casi neuroinvasivi ma anche di quelli che si manifestano con semplice febbre", prosegue Bisoffi, professore associato all'Università di Verona e già presidente della Società italiana di Medicina tropicale (Simit).

"I contagi reali sono sicuramente molti di più", perché la stragrande maggioranza di chi la ha contratta non se ne è neppure accorto o in molti altri casi la causa della febbre non è stata approfondita con analisi da laboratorio". Di fatto, il West Nile è diventato ormai "endemico in Italia, questo significa che siamo destinati a conviverci in futuro, in alcuni anni con più casi come quest'anno, in altri meno".

E' bene ribadire però che non c'è nessuna zanzara killer: a trasmettere il virus West Nile è la nostra cara solita culex, la zanzara presente in Italia prima che arrivasse la tigre. La febbre non è contagiosa, e diversamente dalle altre malattie trasmesse da zanzare, per le quali l'uomo è serbatoio del virus, una persona che ha contratto la malattia e viene punta dall'insetto non può trasmetterla, perché la carica virale è molto bassa.

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