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Malattia del dolore per 6 milioni di italiani, 160 iniziative per la giornata del sollievo

Passi avanti con legge 38 ma ancora criticità

Redazione ANSA ROMA

Oltre 160 iniziative in tutta Italia, incontri pubblici, visite gratuite in ambulatori di terapia del dolore, stand di volontari nelle piazze, corsi di formazione per operatori sanitari. Torna con un ampio programma dal Nord al Sud del Paese la Giornata nazionale del Sollievo che, giunta alla sua 18/ma edizione, si celebra domenica 26 maggio con l'obiettivo di "promuovere la cultura del sollievo dalla sofferenza fisica e morale".
    La Giornata è promossa e patrocinata dal ministero della Salute, dalla Conferenza delle Regioni e Province autonome e dalla Fondazione Gigi Ghirotti, da 44 anni a fianco dei malati oncologici e delle loro famiglie. Un supporto arriva anche da Federfarma, che pubblicizzerà la Giornata - presentata oggi al ministero - con locandine affisse in 18mila farmacie. Una cultura del sollievo che è alla base della legge 38 del 2010, che sancisce il diritto di tutti i cittadini di poter ricevere cure palliative e terapia del dolore. Ma a 9 anni dalla legge, rileva l'Osservatorio volontario di monitoraggio delle cure palliative istituito dalla Fondazione Ghirotti, persistono criticità e disomogeneità sul territorio, oltre al fatto che la legge è ancora poco nota, con 2 italiani su 3 che affermano di non conoscerla. In occasione della presentazione è stato anche attribuiti il premio la Gerbera d'oro, che la Conferenza delle Regioni e la Fondazione destinano a strutture sanitarie o istituti che si siano distinti "nell'affrancamento dal dolore inutile alleviando la sofferenza". Il premio è stato assegnato quest'anno alla Regione Lazio per il progetto 'L'impegno del Gemelli Art (polo radioterapico) per l'umanizzazione dell'esperienza di cura'. Menzione speciale alla Regione Veneto, con il progetto 'Sviluppo delle cure palliative nei Centri Servizi Anziani CSA', e una menzione particolare è andata alla Regione Lombardia per il progetto 'Sport in oncologia pediatrica'. 

La "malattia del dolore riguarda in vario modo 6 milioni di pazienti: è indispensabile avere sempre più medici e operatori preparati a trattare a ogni livello quella che viene riconosciuta ormai come una patologia". Ad affermarlo è il ministro della Salute Giulia Grillo, in occasione della presentazione  della Giornata.
Riferendosi quindi alla legge 30 del 2010 sulla terapia del dolore, Grillo ha sottolineato, in un messaggio, che "uno dei problemi maggiori che riscontriamo nell'applicazione della legge è la scarsa conoscenza della legge stessa. Una scarsa conoscenza che riguarda innanzitutto i cittadini rispetto al diritto al sollievo dalla sofferenza inutile, che il Servizio sanitario nazionale assicura a tutti i cittadini a tutte le età, ma che riguarda anche ancora - ha avvertito - una parte degli operatori sanitari, che non assicurano queste prestazioni". La legge 38, rileva, "è stata un vero cambiamento di paradigma nell'approccio medico, una grande conquista culturale e di civiltà" ma "nove anni sono forse sono ancora troppo pochi per giudicare un cambiamento di questa portata". Molto è cambiato, ma molto, afferma, "resta da fare" perché "il superamento del dolore non necessario in tutte le fasi della malattia dovrebbe essere la regola". Varie le criticità indicate da Grillo: "C'è bisogno di attivare reti di cure in tutta Italia. Oggi, soprattutto al Sud, non sono presenti in maniera sufficiente. Purtroppo si registrano ancora troppe morti in ospedale o in casa senza l'assistenza di cure appropriate. Ci sono poi in alcune strutture - sottolinea - tempi di attesa di una settimana per l'ammissione ai protocolli di cura, tempi inammissibili quando ci troviamo a fronteggiare le fasi terminali di una malattia o casi di estrema gravità. Su questo si deve intervenire con decisione. E al Sud c'è carenza di hospice pediatrici". Ogni operatore sanitario, conclude, dovrebbe inoltre ricevere "durante il percorso formativo una adeguata e avanzata formazione: la rilevazione del dolore dovrebbe essere sempre uno dei parametri nelle cartelle cliniche dei pazienti"
   

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