Ben 24 Paesi, dove sono in terapia
8,3 milioni di persone con Hiv "hanno scorte estremamente basse
o interruzioni nella fornitura di medicinali antiretrovirali". A
denunciare il "forte impatto negativo della pandemia Covid"
sulla lotta contro l'Aids sono i risultati di un sondaggio
dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) per la
Conferenza semestrale della International AIDS Society.
L'incapacità dei fornitori di consegnare i farmaci in tempo e lo
stop dei trasporti, unitamente a un accesso limitato ai servizi
sanitari, sono tra le cause della carenza di questi medicinali
collegata alla pandemia e denunciata in totale, a livello più
meno grave, da 73 Paesi. Numeri "profondamente preoccupanti",
secondo Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell'Oms,
se si pensa che un'interruzione di sei mesi nell'accesso agli
antiretrovirali potrebbe portare a un raddoppio dei decessi
correlati all'Aids nell'Africa sub-sahariana nel solo 2020. "Non
possiamo permettere che la pandemia Covid-19 annulli i guadagni
conquistati duramente nella risposta globale a questa malattia",
ha aggiunto Ghebreyesus. Preoccupazione che si somma a quella
per lo stallo dei progressi ottenuti a livello globale negli
ultimi anni. Secondo gli ultimi dati, pubblicati nell'ultimo
rapporto di Oms e Unaids, le nuove infezioni da Hiv sono
diminuite del 39% tra il 2000 e il 2019 e le morti sono calate
del 51%, mentre circa 15 milioni di vite sono state salvate
grazie alla terapia antiretrovirale. Tuttavia, gli obiettivi
globali stanno rallentando. Negli ultimi due anni, si è
registrata solo una modesta riduzione dei decessi correlati
all'Hiv, da 730.000 nel 2018 a 690.000 nel 2019. Inoltre le
nuove infezioni sono state 1,7 milioni, senza grandi variazioni
rispetto all'anno precedente.
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