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Covid, Pfizer: 'Fornitura torna a regime'. Ue farà rispettare i contratti

L'azienda farmaceutica: 'C'è fraintendimento, ridotto il numero di fiale, non di dosi'. Il presidente del Consiglio europeo Michel: 'Useremo tutti i mezzi legali'. Sileri: 'Slitta il vaccino per over 80'

Redazione ANSA

"Dalla prossima settimana la fornitura del vaccino da parte di Pfizer tornerà a regime". Lo ha ribadito Pfizer contattata da Sky TG24. La società farmaceutica statunitense ha anche specificato che "dall'8 al 18 Gennaio sono state inviate le fiale previste dal piano di ordinazione, poi c'è stata la riduzione a causa del riadattamento del sito produttivo belga di Puurs. Con la decisione del Governo di somministrare 6 dosi anziché 5, Pfizer ha ridotto il numero di fiale, ma non di dosi previste, che resta lo stesso. Quello che sta accadendo è frutto di un fraintendimento nel conteggio delle dosi che non è il conteggio delle fiale".

Ma il Commissario straordinario per l'Emergenza, Domenico Arcuri, a Live #noneladurso, attacca le aziende produttrici di vaccini: "Stanno trattando 27 Paesi europei come dei poveracci. Togliamoci dalla testa che l'Italia sia più penalizzata di altri. Queste aziende non producono bibite e merendine - ha proseguito Arcuri riferendosi alle case farmaceutiche che hanno annunciato i ritardi - Si sono impegnate a dare una certa quantità di vaccini che sono molto più importanti delle bibite e merendine. Se avessimo i vaccini che sono stati annunciati dalla aziende farmaceutiche - rincara - entro l'autunno potremmo vaccinare fino a 45 milioni di italiani, ma non credo a queste aziende. Io voglio vedere i vaccini. Ci possono essere delle asimmetrie, secondo cui le poche cose che si producono non per forza vadano nei luoghi dove devono andare" ha detto ancora il Commissario straordinario per l'Emergenza, alla domanda su dove finissero i vaccini non recapitati all'Europa."Ovviamente questo non lo so", ha aggiunto Arcuri, che in merito all'ipotesi che i vaccini non recapitati siano invece finiti in altri Paesi più ricchi, ha risposto: "Spero che questo non sia vero, so che all'Europa sono stati dati meno vaccini di quanto doveva riceverne e che con la vita delle persone non si gioca".

Le riduzioni di dosi comunicate da Pfizer e da AstraZeneca "faranno slittare di circa quattro settimane i tempi previsti per la vaccinazione degli over 80 e di circa 6-8 settimane per il resto della popolazione. Da domani le dosi a disposizione saranno utilizzate anzitutto per effettuare il richiamo nei tempi previsti a coloro che hanno già ricevuto la prima somministrazione, cioè soprattutto per gli operatori sanitari". Così il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri a 'Domenica In' su Rai1. "Tra due settimane, se tutto va bene - ha aggiunto Sileri - avremo un mercato con i tre vaccini: il che significa riprendere con maggior forza, completare la vaccinazione per i medici e gli infermieri e cominciare con gli over 80". "Questo tipo di rallentamento - ha poi conlcuso - coinvolge tutta l'Europa e buona parte del mondo, ma confido che il ritardo possa essere colmato più avanti". "Per ovviare ai problemi sulla linea produttiva servirebbe un accordo quadro a livello europeo - ha aggiunto Sileri - che consentisse di operare per conto terzi, realizzando una sinergia tra le compagnie oggi operative e altre realtà attualmente non impegnate nella produzione dei vaccini. Questo potrebbe aumentare in maniera incisiva la velocità di produzione". 

Intanto la Ue intende "fare rispettare i contratti firmati" dalla Pfizer sui vaccini, se necessario anche ricorrendo a mezzi legali. Lo ha detto Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, ospite della trasmissione 'Grand Rendez-vous' della radio Europe 1. "Possiamo utilizzare a questo scopo tutti i mezzi giuridici a nostra disposizione", ha affermato Michel.

"E' evidente che, se i vaccini non ci sono, slitta di qualche settimana o mese l'immunità di gregge. Non dipende da noi ma dalle aziende che forniscono i vaccini", ha spiegato il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia a SkyTg24 confermando che i richiami saranno "fatti e garantiti" ma che il piano va rimodulato "in base ai numeri ridotti". "Pretendiamo che quei numeri siano ripristinati" ha aggiunto, sottolineando che "se ci sono problemi produttivi" per i ritardi "devono spiegarceli" ma, "se i vaccini destinati all'Ue finiscono in altri continenti, è molto grave". 

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