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Farinetti, dopo 10 anni la filosofia Eataly non cambia

A Trieste nuovo shop: "ok tradizione, ma essere 'disruptive'"

Redazione ANSA TRIESTE

- TRIESTE - "La filosofia di Eataly non deve cambiare. Ci si deve evolvere, conservando tuttavia i nostri valori di base: attenzione ai contadini e ai piccoli produttori, attenzione alla biodiversità, attenzione a non avere prodotti con chimica e conservanti". Oscar Farinetti, patron di Eataly, commenta così da Trieste con l'ANSA i dieci anni che la sua creatura compirà il 27 gennaio prossimo.

L'occasione è fornita dall'apertura del nuovo punto vendita di Trieste, nato a un decennio di distanza da quello fondato nel 2007 presso l'ex opificio Carpano al Lingotto di Torino. Il marchio della grande distribuzione dell'eccellenza enogastronomica italiana si accinge a celebrare il suo anniversario e Farinetti è raggiante, circondato dai brindisi del sindaco Roberto Dipiazza, della presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, di Vittorio Sgarbi, Gianola Nonino e perfino del solitamente schivo Maurizio Corona.

"Festeggiamo questi dieci anni di Eataly anche qui a Trieste. Lo facciamo aprendo. Ed è molto bello - sottolinea il patron - farlo in questa straordinaria città di confine, per noi che siamo più internazionali che nazionali. Aprire nella città di confine più 'figa' d'Italia è una cosa straordinaria".

Eataly è nata nel 2007, proprio all'inizio di una crisi economica che continua ancora oggi, ma al cui interno il marchio ha saputo ritagliarsi un successo fatto di 33 punti vendita aperti nel mondo e 5.500 dipendenti. "Se fossimo nati prima, negli anni del benessere - ha proseguito Farinetti - sarebbe stato un problema. Abbiamo sempre lavorato in periodi di crisi e quindi ce la sappiamo cavare". E il futuro porterà nuovi progetti e risultati, "a cominciare dal prossimo enorme progetto rappresentato da Eataly World Fico, che aprirà a Bologna il 4 ottobre, con 100 mila metri quadri: sarà il più grande carousel del mondo dedicato alla biodiversità italiana e alle sue meraviglie. E poi mondo, mondo, mondo. Nel 2017 apriamo a Trieste e Verona, in quel Triveneto che ci mancava, ma per i prossimi 4-5 anni ci dedicheremo al mondo". E già sono in programma le aperture di Mosca, Los Angeles, Toronto, Parigi e Londra.

Per Farinetti "oggi si può ancora produrre mantenendo la tradizione, ma allo stesso tempo bisogna essere 'disruptive', dirompenti, come dicono in America. Forbes ci ha classificati 23/i nel mondo nella classifica delle 25 aziende più disruptive del mondo: siamo gli unici in Italia ma siamo solo 23/i e francamente mi 'girano' un po'... A me piace stare in testa alle graduatorie". 

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