Nella nuova mappa dei colori è chiuso
in Italia piu' un locale su tre (35%) con oltre 125mila in bar,
ristoranti, pizzerie ed agriturismi che si trovano in aree rosse
od arancioni dove non è permesso il servizio al tavolo e al
bancone. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti sugli
effetti delle nuove ordinanze anti Covid che classificano Emilia
Romagna, Campania e Molise in zona arancione insieme ad Abruzzo,
Liguria, Toscana e provincia di Trento mentre i governatori
dell'Umbria e di Bolzano hanno autonomamente innalzato il
livello di allerta al rosso per determinate aree dei loro
territori. A pagare il conto più pesante - sottolinea la
Coldiretti - sono nell'ordine è la Campania, l'Emilia Romagna e
la Toscana dove si trovano il maggior numero di servizi di
ristorazione. Nelle Regioni rosse e arancioni per l'emergenza
Covid - sottolinea la Coldiretti - è consentita la consegna a
domicilio o l'asporto, con limitazioni fino alle 18 per i bar
che riducono ulteriormente la sostenibilità economica per
giustificare le aperture tanto che in molti preferiscono
mantenere le serrande abbassate aumentando le perdite economiche
ed occupazionali. Una situazione che con il caldo favorisce gli
assembramenti nelle piazze, lungo le vie dello shopping, nel
lungomare o davanti ai locali della ristorazione dove
all'interno sono state adottate importanti misure di sicurezza,
quali - continua la Coldiretti - il distanziamento dei posti a
sedere facilmente verificabile, il numero strettamente limitato
e controllabile di accessi, la registrazione dei nominativi di
ogni singolo cliente ammesso. I consumi alimentari degli
italiani fuori casa nel 2020 sono scesi al minimo da almeno un
decennio con un crack senza precedenti per la ristorazione che
dimezza il fatturato (-48%) per una perdita complessiva di quasi
41 miliardi di euro, secondo le stime Coldiretti su dati Ismea.
Gli effetti della chiusura delle attività di ristorazione -
continua la Coldiretti - si fanno sentire a cascata sull'intera
filiera agroalimentare con disdette di ordini per le forniture
di molti prodotti agroalimentari, dal vino all'olio, dalla carne
al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e
formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un
importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello
ittico e vitivinicolo la ristorazione - precisa la Coldiretti -
rappresenta addirittura il principale canale di
commercializzazione per fatturato. Le limitazioni alle attività
di impresa - evidenzia la Coldiretti - devono dunque prevedere
un adeguato e immediato sostegno economico lungo tutta la
filiera per salvare l'economia e l'occupazione.
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