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A Pasqua niente ristoranti e piatti asporto, sogno di 8 italiani su 10

Fipe, una perdita di 650 milioni; delivery unica alternativa ma solo per il 14% dei ristoranti

Redazione ANSA

ROMA - Oltre 6 milioni di italiani dovranno rinunciare al pranzo di Pasqua al ristorante, ma anche alla consuetudine di acquistare qualche piatto speciale della tradizione pasquale da consumare a casa. Le norme nazionali per l'emergenza sanitaria in corso vietano infatti solo per i Pubblici Esercizi, il servizio d'asporto. Eppure 8 italiani su 10 avrebbe voluto ordinare i piatti della tradizione pasquale nel proprio ristorante di fiducia. E' quanto emerge da un'indagine del Centro Studi Fipe, Federazione italiana dei Pubblici esercizi, nel precisare che sono state sospese le attività delle pasticcerie, le gite fuori porta, i pranzi della tradizione nei ristoranti, a cui è stata impedita anche la vendita da asporto; un servizio ammesso, invece, per attività commerciali simili.

Una Pasqua insolita anche per i ristoranti che, a causa del lockdown, vedono le loro attività chiuse con un danno economico che per i soli giorni di Pasqua e Pasquetta è quantificabile in almeno 650 milioni di euro. L'unica alternativa rimane il delivery, fa notare la Fipe, ma solo il 14,5% dei ristoranti è attrezzato per questo servizio, motivo per il quale l'offerta non sarà in grado di fronteggiare la domanda.

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