Proprio dalla Valchiusella, nella valle torinese, in un pascolo a 2.270 metri, parte il racconto - fatto solo dai protagonisti dell'agricoltura - che scende poi a valle nel Cuneese, tra i frutteti, per risalire nelle colline astigiane dove nascono grandi vini.
"Il fattore umano" - spiega l'assessorato all'Agricoltura - racconta storie di donne e di uomini che privilegiano il lavoro manuale come strumento per la ricerca di una eccellenza qualitativa oramai necessaria sui mercati internazionali. e che, senza la manualità, la applicazione di tecniche antiche, non sarebbe raggiungibile. La manualità che i protagonisti mettono in campo non è però solo un mezzo per produrre prodotti migliori e per venderli meglio. E' anche il riconoscimento di una storia e di una tradizione nell'allevamento e nella coltivazione che si tramanda da molto tempo".
"Il vino piemontese - ha sottolineato Giorgio Ferrero, assessore all'Agricoltura della Regione Piemonte - ha raggiunto il miliardo annuo di euro in valore dell'export, c'è bisogno che altri comparti seguano l'esempio uscendo dall'anonimato. I prodotti degli allevamenti in montagna, ad esempio, hanno un consenso in crescita, ma è necessario che non si ripetano gli errori del passato, quando tanto caseifici nati in montagna vendevano formaggi e burro ottenuti dal latte portato dalla pianura".
"Il Fattore Umano" è il terzo docu-film realizzato dall'assessorato regionale guidato da Giorgio Ferrero dopo 'Vard 'L Beu' (dedicato al bue grasso e alle storiche fiere piemontesi) e 'Pastori'.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA