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Unioncamere, 385mila 'imprese verdi' con 13% occupati

Unioncamere, 385mila 'imprese verdi' con 13% occupati

Rapporto GreenItaly con Symbola, strategico il manufatturiero

ROMA, 21 ottobre 2016, 14:50

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Un'impresa su 4 dall'inizio della crisi ha scommesso sulla green economy. Sono infatti oltre 385 mila le aziende italiane dell'industria e dei servizi, pari al 26,5% del totale, che dal 2010 hanno investito o lo faranno quest'anno, in tecnologie verdi per ridurre l'impatto ambientale, risparmiare energia e contenere le emissioni di anidride carbonica. Il tutto dando lavoro a 3 milioni di persone, il 13% del totale degli occupati. E' quanto emerge da GreenItaly 2016, il settimo rapporto di Fondazione Symbola e Unioncamere, presentato oggi a Roma. Una quota che sale al 33% nel manifatturiero, dove l'orientamento green si conferma un driver strategico per il made in Italy, traducendosi in maggiore competitività, crescita delle esportazioni, dei fatturati e dell'occupazione. Nel manifatturiero il 46% delle imprese che investono in tecnologie verdi esporta, contro il 27,7% delle imprese non investitrici; il 35,1% delle imprese green ha aumentato il fatturato nel 2015 a fronte del 21,8% delle altre; il 33,1% ha introdotto innovazioni, contro il 18,7% delle altre. Alla green economy, conferma il rapporto, si devono inoltre quasi 3 milioni 'green jobs', ossia occupati che applicano competenze 'verdi', il 13,2% del totale nazionale, destinata a salire ancora entro dicembre.

Un'economia 'verde' grazie alla quale quest'anno, aggiunge il rapporto, arriveranno 249 mila assunzioni tra green jobs, pari al 44,5% della domanda di lavoro non occasionale. Quota che sale fino al 66% nel settore ricerca e sviluppo. Quanto al contributo dei green jobs al prodotto lordo del Paese per il 2015 dovrebbe essere pari a 190,5 miliardi di euro, il 13% del totale complessivo. ''Le imprese che hanno investito nel green e continuano a farlo - ha detto il presidente di Fondazione Symbola, Ermete Realacci nella presentazione del rapporto Greenitaly 2016 - dimostrano che il nostro posto nel mondo non è quello della competitività a bassi prezzi ma della qualità, fatta di attenzione al capitale umano, di bellezza, innovazione e sostenibilità; investendo green - ha concluso - le aziende diventano più sostenibili e soprattutto più competitive e aprono un sentiero che va verso il futuro'' . Numeri del rapporto commentati con soddisfazione dal presidente di Unioncamere, Ivan Lo Bello. ''I dati dimostrano una volta di più che la scelta green paga - ha detto - questo modello di sviluppo si sta rivelando uno strumento prezioso per intercettare nuovi stili di consumo e di vita basati su una maggiore domanda di sobrietà, attenzione alla giustizia sociale e equità, stili emergenti che stanno portando verso un'accelerazione dell'economia circolare''. Il presidente di Unioncamere ha poi puntualizzato la connessione della greeneconomy con la digitalizzazione, due fronti sui quali le Camere di commercio sono fortemente impegnate. ''L'innovazione passa anche dalla digitalizzazione - ha ricordato - non è un caso le imprese green siano anche quelle maggiormente digitalizzate; basti pensare che 4 su 5 sono presenti sul web, hanno processi digitalizzati e puntano sulle digital skills, contro poco più della metà delle imprese non green''. (ANSA)

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