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Latte: meno pecorino prodotto ma il prezzo non sale

Latte: meno pecorino prodotto ma il prezzo non sale

Coldiretti, la filiera è malata e va curata

CAGLIARI, 13 agosto 2019, 16:44

Redazione ANSA

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Negli ultimi cinque anni non si era mai prodotto cosi poco Pecorino romano. Eppure il prezzo del formaggio cresce troppo lentamente, ora è a 6,80 euro al chilo.

Con inevitabili conseguenze sul valore di mercato del latte. Lo denuncia Coldiretti citando i dati pubblicati dal sito web Clal.it, fonte ufficiale del consorzio del Pecorino romano. La richiesta? Rivedere la griglia stabilita all'indomani delle proteste del latte versato in strada.

Situazione formaggio: da ottobre 2018 a giugno 2019 si sono prodotte 25.389 tonnellate (a fine annata si dovrebbe arrivare a circa 26.500 tonnellate). Ma bisogna tornare al 2013-2014, avverte l'organizzazione di categoria, per avere meno quantità: allora ci si fermò a poco più di 24mila tonnellate e l'annata successiva il latte venne pagato ad una media di 1,10 euro al litro con punte di 1,40. "Forse conviene a tutti fare squadra, avere una filiera inclusiva e trasparente - indica il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba - Con il senno di poi si sta manifestando inutile anche la storica mobilitazione di febbraio". L'accordo di marzo, da subito criticato dall'organizzazione, sta dimostrando tutti i suoi limiti. "Da una parte i tempi della politica sono guidati dalla lenta burocrazia, dall'altra - spiega Coldiretti - la griglia approvata all'interno dell'accordo sui 74 centesimi di acconto, quella in cui in base al prezzo del Pecorino romano si fa corrispondere quello del latte, non è reale ed è ancora una volta sbilanciata dalla parte della trasformazione".

"Per questo ribadiamo la necessità, come scritto nel documento presentato al prefetto e al capo di gabinetto del ministero a giugno, di rimettere in discussione la griglia e prendere in considerazione quella da noi proposta - dice il presidente regionale dell'organizzazione, Battista Cualbu - costruita seguendo un metodo logico, e allo stesso tempo mettere in pratica l'articolo 3 della cosiddetta legge emergenze in cui si obbligano i produttori a registrare mensilmente nella banca dati del Sian i quantitativi di formaggio prodotto, ceduto e le giacenze di magazzino".

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