ROMA - Uno sviluppo sostenibile parte anche dalla tavola e dalle scelte di produzione alimentare. Nel 2050 la crescita demografica su scala planetaria arriverà a oltrepassare i 9 miliardi di persone con una richiesta di cibo che crescerà del 56%. In questo scenario di possibile aumento della produzione alimentare - e di conseguente impatto ambientale - potrebbe sembrare difficile mantenere il riscaldamento globale entro i 2 gradi, obiettivo prefissato lo scorso dicembre durante la Conferenza di Parigi (COP21). E se si pensa che per sfamare il crescente numero di persone nel mondo occorra produrre di più, non è così.
Alla vigilia della Giornata Mondiale della Terra e della ratifica da parte degli Stati dell'Accordo preso lo scorso 12 dicembre durante la COP21 di Parigi, la Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition (Bcfn) promuove un dibattito con le istituzioni per confrontarsi sugli obiettivi fin qui raggiunti e sui prossimi passi da compiere, creare un modello di sviluppo in linea con i Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite, sottolinea l'impatto che hanno le nostre scelte alimentari quotidiane su ambiente e salute. Nel corso dell'evento presentato il volume "Eating Planet. Cibo e Sostenibilità: costruire il nostro futuro", a cura di Bcfn ed edito da Edizioni Ambiente allo scopo di fornire proposte concrete per orientare scelte consapevoli verso un sistema più sostenibile per la salute dell'uomo e del Pianeta.
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