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Bianchi e rossi Siddura, quando la magia incontra l’innovazione

I vini della cantina di Luogosanto conquistano il mondo

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di Maria Grazia Marilotti

CAGLIARI - Purezza, innovazione e sorsi di magia. Nel 2011 la cantina Siddura ha imbottigliato il vino della prima vendemmia. Ed é stato subito consenso internazionale. E' partita con la botte giusta l'azienda vitivinicola di Luogosanto, borgo medievale in provincia di Olbia Tempio, nella granitica Gallura.

Il suo vermentino Maìa, dal gallurese magia, ha conquistato l'Oro al Decanter di Londra tra le competizioni internazionali di maggior prestigio. Invecchiato di due anni ha conquistato l'oro al Berliner Wein Trophy 2015. Il Gambero Rosso l'ha premiato con i Tre Bicchieri e Andreas Larsson, tra i migliori sommelier del mondo, ne elogia le qualità.

Ma non c'è solo il Maìa. Anche le altre etichette della cantina nata nel 2008 hanno incontrato il favore delle giurie ai concorsi internazionali: quattro linee di rosso, Èrema, Fòla, Bacco e Tiros, e gli altri due bianchi, Spèra e Beru. Nomi in etrusco e sardo antico che riecheggiano la storia millenaria del vino in Sardegna. La cantina Siddura nasce dalla passione di Massimo Ruggero, 43 anni, un imprenditore edile che ha messo da parte malta e cazzuola per realizzare un suo desiderio profondo: il ritorno ai ritmi, ai profumi, ai gesti legati alla terra, all'agricoltura, al vino. "Sardegna in purezza" non é solo lo slogan scelto dalla cantina, sintetizza la realtà dei vini Siddura: la purezza imposta dai disciplinari di produzione, la salubrità del microclima, immerso in terre granitiche coperte di boschi, fitte foreste di sugheri e profumate dalle fragranze della macchia mediterranea. Ancora, i filari con i vitigni autoctoni, il sole della Sardegna, l'aria pura di collina e la brezza marina, l'acqua sorgiva.

E' in questa realtà che interviene la passione, la competenza e l'ambizione a valorizzare al meglio il terroir di Luogosanto del personale dell'azienda agricola guidata da Ruggero. Tutto contribuisce a produrre uve di alta qualità. L'edificio, gioiello architettonico ben incastonato nel paesaggio, con la sua facciata a mezzaluna in granito custodisce al suo interno un laboratorio all'avanguardia. La cantina di Luogosanto é moderna: minor impatto ambientale, pochissime lavorazioni meccaniche, cure manuali tradizionali e alta tecnologia. Siddura ha sfatato l'ennesimo luogo comune sui vini sardi: il vermentino si beve entro l'anno. Invece la vinificazione delle uve di alta qualità prodotte nella cantina di Massimo Ruggero permette di ottenere un vermentino che migliora con il tempo. "Un bianco longevo, che con l'invecchiamento si arricchisce di profumi e aromi - spiega Dino Dini enologo di Siddura - quello base può arrivare a 2/3 anni, in barrique anche a 6/7".

Sul versante della tecnologia, in vigna, l'agronomo Luca Vitaletti si avvale del monitoraggio costante della fisiologia della vite attraverso il sistema 'Piante che parlano' importato da Israele. I vini Siddura nascono nei 20 ettari di vigneto che garantiscono una produzione di 120.000 mila bottiglie per anno, divise fra sette etichette. Vini pregiati versati in innumerevoli calici che raccontano al mondo la "Sardegna in purezza".

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