Stroncare le contraffazioni sul
mercato statunitense del Parmigiano Reggiano che valgono circa
100 mila tonnellate l'anno. Sarà il tema che Riccardo Deserti,
direttore del Consorzio di Tutela, nell'ambito dei negoziati del
Ttip, affronterà mercoledì 15 luglio a Bruxelles presso la
Commissione Europea a favore di un prodotto che è al terzo posto
della graduatoria delle esportazioni, con una quota del 17,6%
sul totale. ''E' un confronto da noi richiesto e accolto dalla
Commissione nell'ambito dei negoziati Ue-Usa - spiega Deserti -
con il Parmigiano Reggiano, prima Dop italiana a registrarsi nel
'92, ma che ancora subisce gli effetti di una concorrenza sleale
fondata sull'inganno che si compie anche contro i consumatori,
ai quali il 'parmesan' viene offerto connotandolo con elementi
grafici sulle confezioni che richiamano esplicitamente
all'Italia''. Per il Consorzio il primo obiettivo in questa
battaglia è far sì che scompaiano i richiami che fanno pensare
ad un finto prodotto italiano e limita le possibilità di
espansione in un mercato alla ricerca di un prodotto
certificato, naturale, artigianale e simbolo d'eccellenza
italiana. Deserti conta anche sulla sensibilità delle autorità
sanitarie americane e, in questo senso, un segnale incoraggiante
è arrivato quando la Fda, autorità sanitaria degli States, ha
imposto il ritiro dal mercato Usa di quasi 15 mila chili di
'parmesan' perché non indicava in etichetta la presenza
dell'additivo Lisozima, un allergene derivato dall'uovo,
assolutamente vietato nella produzione di Parmigiano Reggiano.
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