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Nuove regole su insalate e macedonie pronte

Deroga per le giacenze, Unc chiede controlli a tappeto

Redazione ANSA MILANO

(di Paolo Verdura)

Nuove regole per le insalate in busta già lavate e pronte da consumare, spesso ingrediente principale di spuntini consumati in pausa pranzo nei luoghi di lavoro. Da domani, insieme agli altri prodotti di '4a gamma' come le verdure pronte da cuocere o le macedonie in vasetto, scatta l'obbligo della conservazione in frigorifero ad un massimo di 8 gradi, riportando informazioni chiare sulle etichette relative a ingredienti, istruzioni per l'uso, modalità di conservazione e limite massimo per il consumo. Per i prodotti in giacenza è previsto lo smaltimento fino ad esaurimento delle scorte. Un pacchetto di norme che secondo il presidente di Aiipa-Confindustria 4/a Gamma costituisce un "punto di svolta" per una "ulteriore crescita in senso qualitativo" del comparto e per garantire "informazioni ai consumatori". Un parere condiviso in linea teorica dall'Unione Nazionale Consumatori, che chiede "controlli a tappeto" alle istituzioni competenti e si rivolge direttamente ai consumatori affinché segnalino eventuali irregolarità utilizzando un apposito indirizzo e-mail per farlo (segnalazioni@consumatori.it).

L'Unc teme infatti la non corretta attuazione della nuova normativa nonostante gli esercizi commerciali abbiano avuto "un anno - spiegano all'Unc - per adeguare i loro frigoriferi alle nuove disposizioni". Il decreto attuativo della legge 77/2011 è datato infatti 20 giugno 2014 e in mancanza di apparecchi adeguati, i prodotti rischiano di sparire dagli scaffali di alcuni negozi o supermercati. La legge poi non lo dice, ma la conservazione deve avvenire "al di sopra dei 4 gradi". Un altro rischio è il prezzo, di per sé già elevato, che potrebbe ulteriormente salire. Secondo Agostino Macrì dell'Unione Consumatori, questi prodotti "si sono affermati sul mercato per la loro comodità e praticità anche se, ovviamente, queste qualità si pagano". A suo avviso le nuove disposizioni sono un "passo avanti in materia di sicurezza alimentare e verso la trasparenza e la corretta informazione del consumatore", che potrebbe però comportare un aumento dei costi, a carico del consumatore finale.

Tra le nuove disposizioni figura anche il limite massimo del 40% di "ingredienti di origine vegetale non freschi o secchi" ammessi sul totale del prodotto finito. Sulla confezione dovranno poi essere riportate "in un punto evidente" per poter essere "facilmente visibili e chiaramente leggibili", la tipologia del prodotto e le diciture 'lavato e pronto per il consumo', oppure 'lavato e pronto da cuocere'. Altre indicazioni obbligatorie riguardano le istruzioni per l'uso e le disposizioni sulla conservazione 'a temperatura inferiore agli 8°C', condizione che normalmente si verifica nei frigoriferi domestici. Infine il limite di utilizzo, che deve essere 'entro due giorni dall'apertura della confezione e comunque non oltre la data di scadenza'. Quanto ad eventuali confezioni non pienamente conformi è previsto lo smaltimento delle giacenze con una data ultima che l'Unione Consumatori stima nel 20 agosto, calcolando 5/7 giorni di durata dei tali prodotti.

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