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Vino:boom tappo che non sa di tappo,decuplicate vendite Diam

Vino:boom tappo che non sa di tappo,decuplicate vendite Diam

Dal 2007 ad oggi in Italia

ROMA, 06 ottobre 2015, 21:10

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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I tappi a vite sono ancora guardati con sospetto dagli enoappassionati italiani mentre i tappi di sughero di ultima generazione raccolgono sempre più preferenze in cantina. Dove per non aver la brutta sorpresa del vino che sa di tappo - capita mediamente in una bottiglia su cento - cresce la diffusione delle chiusure Diam in aziende vinicole di riferimento dell'enologia nazionale, da Marchesi Antinori a Michele Chiarlo, da Carpenè Malvolti a Mastroberardino, da Cavit a Fontanafredda. ''Dal 2007 ad oggi sono decuplicate le vendite dei nostri tappi, passate da 30 milioni a 300 milioni di esemplari - annuncia Jean Luc Ribot, direttore commerciale Diam Bouchage Italia - trattati con la Co2 supercritica, una procedura brevettata che si chiama Diamant e conserva solo la suberina, la componente più nobile, per tappi di assoluta neutralità. Senza rischi cioè di sentori di Tca246, la molecola che puzza di tappo''. L'Italia è il secondo mercato dopo la Francia per l'azienda francese, quotata in Borsa, che ha appena inaugurato un impianto, costato 30 milioni di euro, nei Pirenei-Orientali a Cèret.

Il Portogallo e la Spagna insieme producono il 90% del sughero utilizzato per vini e alcolici in tutto il mondo. Altre aree produttive sono in Sardegna, in misura minore in Sicilia, e in Marocco. ''In tutte le zone c'è sughero pregiato - spiega Ribot - che viene raccolto ogni 9-13 anni, dipende se si tratta di coltura in pianura dove cresce più rapidamente. Noi compriamo le cortecce dalle foreste e le purifichiamo col gas carbonico, un processo naturale e low cost in uso anche per il caffè decaffeinato e per il luppolo. E offriamo un servizio di garanzia del lavoro di enologi e distillatori con una soluzione che abbina alla tradizione del sughero la tecnologia più avanzata''.

Diam Bouchage e le sue filiali internazionali realizzano un fatturato di 102 milioni di euro e commercializzano 1,3 miliardi di tappo l'anno in 55 Paesi.

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