E' il Barolo 2011 di Bartolo
Mascarello, con un punteggio di 20/20, il miglior vino d'Italia,
secondo la guida de l'Espresso, presentata oggi a Firenze nella
cornice della Stazione Leopolda. A distanza ravvicinata
(19,5/20) altri tre vini piemontesi: il Barbaresco Pajé Vecchie
Viti 2010 di Roagna, il Barolo Riserva Monprivato Cà d'Morissio
2008 di Mascarello Giuseppe & Figlio, il Barolo Riserva
Monfortino 2008 di Giacomo Conterno. A 19/20 troviamo un
gruppetto di 13 vini, costituiti in gran parte dalle
denominazioni più classiche. Il Brunello di Montalcino è così
rappresentato da Salvioni, Talenti e Stella di Campalto; il
Barolo da Bruno Giacosa con il suo Falletto, da Giuseppe
Mascarello con il Monprivato, da Prunotto dal Vigna Colonnello;
il Barbaresco da altri due cru di Roagna. La lista delle 'super
eccellenze' della guida, curata da Ernesto Gentili e Fabio
Rizzari, è completata dal bianco marchigiano Gli Eremi de La
Distesa, dal Cabernet toscano d'Alceo del Castello dei Rampolla
e da tre vini dolci: il Vin Santo 1998 di Castell'in Villa e due
Marsala Riserva firmate dalle Cantine Florio e da Marco De
Bartoli. A seguire la 'truppa' de 'i vini dell'eccellenza,
distinta dal simbolo delle 'cinque bottiglie', corrispondenti a
un punteggio di almeno 18/20. La Guida 2016 ne attribuisce 223,
evidenziando una decisa flessione rispetto all'anno passato
quando si era toccata quota 263. Un calo consistente, da
collegare in parte alle difficoltà innescate, in molte regioni,
dalla problematica vendemmia 2014. Le aziende di maggiore
rilevanza qualitativa sono inoltre segnalate dall'attribuzione
di 'stelle' (da una a tre) in funzione della loro qualità e
continuità nel corso degli anni. Nell'edizione 2016 de
L'Espresso le 'stelle' sono state assegnate a 526 produttori
(520 lo scorso anno), tra i quali 18 classificati con la massima
valutazione di 'tre stelle', uno in più rispetto alla scorsa
edizione in virtù dell'ingresso nell'élite nazionale
dell'azienda campana Pietracupa.
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