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Chianti, vendemmia ottima ma di scarsa quantità -10%

Grido d'allarme per il rosso italiano più conosciuto nel mondo

Redazione ANSA ROMA

Vendemmia ottima ma di scarsa quantità per il Chianti, uno dei vini rossi portabandiera del made in Italy nel mondo. Il presidente del Consorzio Vino Chianti, Giovanni Busi, lancia un grido d'allarme: la produzione quest'anno è in calo del 10%. Un calo che è addirittura stimato del 15% rispetto all'annata 2014, da Ivangiorgio Tarzariol, presidente Assoenologi Toscana.

Il Chianti, sottolinea Busi, è il rosso più conosciuto sia in Italia che all'estero. L'export pesa oltre il 70%, l'altra parte se la giocano in casa, per il 20% le grandi catene di distribuzione organizzata e per il 10% il canale Horeca, quello professionale dei ristoranti e hotel.

Secondo Denis Pantini, responsabile Wine Monitor, l'Osservatorio del Vino di Nomisma, tra il 1995 e il 2014 il numero di mercati mondiali dove si esportano vini rossi della Toscana è passato da 91 a 140; un "allargamento" del mercato che ha altresì comportato una crescita dei volumi esportati del 28%, passando da 74,1 a 94,8 milioni di litri.

Il Consorzio, prosegue Busi, si trova con tre problemi: il primo, è quello della vendemmia ottima ma di scarsa quantità; il secondo, i magazzini sono sotto del 10% circa rispetto al trend normale e, il terzo, che il Consiglio di Amministrazione del Consorzio ha ristabilito, per la vendemmia 2015, l'immissione al consumo al 1 Marzo 2016. Questo ultimo aspetto significa che avremo di fronte un anno con 14 mesi e quindi un uscita del prodotto, maggiore del 18%.

Il Consorzio sta aspettando con ansia i risultati delle denunce di produzione al fine di prendere immediatamente tutte le precauzioni per non far rimanere il mercato senza prodotto". Prosegue Busi: "Di questo aspetto siamo molto felici, perché lavorare con carenza di prodotto - conclude Busi - permette di venderlo senza problemi e con buoni prezzi, ma dall'altra parte, ci deve essere una attenta riflessione sui flussi dell'imbottigliato che arriva sul mercato. Certamente il prodotto non è in esubero''.

Quindi il Consorzio sollecita tutti gli attori della filiera di non affrettarsi a fare contratti con prezzi aggressivi, perché questo significherebbe un ulteriore aumento delle vendite e ciò accentuerebbe ancora di più il problema.(ANSA).

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