A 30 anni dalla sua costituzione, voluta nel 1986 da Luigi Veronelli con alcuni tra i più importanti vignaioli italiani (Piero Antinori, Giacomo Bologna, Marco Felluga, Ambrogio Folonari, Angelo Gaja, Vittorio Vallarino Gancia, Giannola Nonino, Mario Schiopetto e Maurizio Zanella), la Fondazione Veronelli si rinnova ed elegge un nuovo consiglio direttivo. I nuovi Consiglieri sono: Paolo Pizziol, direttore dell'azienda Villa (Monticelli Brusati, Brescia), Alessio Fornasetti, titolare di Torre San Quirico (Azzate, Varese), Fabio Contini, al secondo mandato da consigliere e patron, con la moglie Annalysa, dell'azienda Rossi Contini (Ovada, Alessandria) e Giuseppe Piazza, co-fondatore di Nordest Innovazione (Vicenza), società di consulenza aziendale per l'organizzazione e la gestione delle imprese con competenze specifiche nel mondo vitivinicolo.
A presiedere l'Associazione è stata eletta Angela Maculan, figlia di Fausto - promotore attivo del rinascimento del vino italiano - e rappresentante di un'azienda che ha saputo imporsi scrivendo un nuovo capitolo della secolare storia dei vini di Breganze (Vicenza). Definita affettuosamente dal padre "miglior prodotto" dell'annata 1977, Angela racconta d'essere "nata in cantina", d'aver approfondito la sua passione per la vitivinicoltura attraverso la laurea in Scienze e Tecnologie Agrarie all'Università di Padova e d'aver appreso sul campo ad occuparsi dell'export dell'azienda familiare. «Essere stata eletta presidente del Seminario Veronelli mi riempie di gioia. È un grande passo: una responsabilità professionale e umana. A casa mia si è sempre parlato di Luigi "Gino" Veronelli, grande amico di mio padre, non ci siamo mai persi una sua pubblicazione e, anno dopo anno, le sue guide sono riposte con cura nella nostra libreria. Nonostante un legame familiare così stretto, o forse proprio per questo, vorrei che l'Associazione - annuncia la neo-presidente - sviluppasse una sua identità sempre più forte e riconoscibile, basata sui valori del Fondatore ma immersa nell'attualità con lo sguardo rivolto al futuro. Vorrei che il Seminario Veronelli si rafforzasse come punto di riferimento per gli operatori, e per chi ha scoperto il vino tardi, divenendone appassionato. Insomma, la mia parola d'ordine è condivisione".(ANSA).