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Francesco Moser, più facile vincere in bici che col vino

Francesco Moser, più facile vincere in bici che col vino

Ora in squadra con figli e nipoti, debutta Trentodoc brut Nature

ROMA, 24 marzo 2017, 15:15

Redazione ANSA

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Francesco Moser (Foto Dino Panato - Ansa Trento) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Francesco Moser (Foto Dino Panato - Ansa Trento) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Francesco Moser (Foto Dino Panato - Ansa Trento) - RIPRODUZIONE RISERVATA

- ROMA - "Per me che andavo forte, è stato più facile vincere nelle corse in bici che col vino". Si presenta così, a Roma, il campionissimo Francesco Moser oggi viticoltore a Trento. E' uno dei simboli vincenti dell'Italia che ha conquistato il record mondiale di ciclismo a Mexico City col tempo-record di "51,151" che ora campeggia in etichetta di una delle sue bollicine trentine. Un intreccio, quello dello sport e del vino, che ha sempre accompagnato la vita del velocista.
"Pochi sanno che, da dilettante, le mie prime vittorie - ha detto Moser - sono legate a due territori del vino. A 18 anni la prima corsa importante ai Castelli Romani: ero allievo dilettante e sotto l'acqua ho percorso 120 km tra Genzano, Ariccia, Velletri. Sono caduto, e dopo essermi rialzato ho rotto il manubrio, ma ho aggiustato la bici e ho vinto al traguardo dei pratoni del Vivaro. Mentre la prima vittoria da dilettante è al "Palio del Recioto", che festa bere dalla coppa quel nettare dolce con tutti i compaesani! All'epoca l'Amarone era sconosciuto, e quel vino e il traguardo a Negrar meritavano tutto lo sforzo sulle gambe".

Oggi come allora, a detta del campione, "dietro a un progetto vincente c'è il saper fare squadra in famiglia. Nel '51 avere una bicicletta equivaleva ad avere una Ferrari, ed io sesto di dodici fratelli l'ho avuto grazie ai miei che, per vendere grappa della Val di Cembra, si caricavano bigonce d'acqua per raffreddare gli alambicchi. La mia era una famiglia di mezzadri del vescovado che aveva un centinaio di masi in terreni scoscesi dove si coltiva la Schiava. Negli anni Sessanta siamo stati i primi a piantare Muller Thurgau, poi il Traminer, lo Chardonnay, il Moscato Giallo, un po' di Lagrein". Insieme ai figli Carlo e ai nipoti Ignazio e Matteo l'enologo, Moser, con 17 ettari vitati e una produzione che sfiora le 120mila bottiglie, è uno dei brand del Trentodoc.

A Gardolo di Mezzo sono conservate le bici dei traguardi più belli, ancora in uso per le corse eroiche come la Moserissima. Tra le novità di cantina, il Rose e il Brut Nature millesimo 2011."Rappresentano un punto di svolta - ha concluso Carlo Moser - esprimono l'anima sapida e naturale di noi trentini".

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