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Mostre: Milton Caniff, a Pordenone il maestro del fumetto

Mostre: Milton Caniff, a Pordenone il maestro del fumetto

61 tavole e contenuti multimediali tra cinema, musica e moda

PORDENONE, 16 dicembre 2020, 10:26

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(di Marzia Apice) Femmes fatales e avventurieri al centro di incredibili avventure, per raccontare la società in evoluzione tra gli anni '30 e '40 del secolo scorso attraverso lo sguardo originale di un artista profondamente calato nel suo tempo: il Paff! Palazzo Arti Fumetto Friuli Pordenone rende omaggio a Milton Caniff, il "Rembrandt del fumetto", nella grande mostra "Masters of black and white: Milton Caniff", aperta fino al 24 gennaio negli spazi della storica Villa Galvani.
    Prima in Italia dedicata a questo maestro americano dei comics e fruibile online in forma di virtual tour su paff.it, l'esposizione dà al pubblico l'occasione di osservare un corpus di 61 tavole dell'autore nelle quali il rapporto tra i fumetti, il cinema, la musica e la moda degli anni Trenta e Quaranta emerge proprio dallo stile originale di Caniff.
    Cuore del percorso espositivo è una collezione proveniente dalla Galleria 9éme Art di Parigi, esposta per la prima volta in Italia, che presenta celebri strisce di Caniff, tra cui "Terry e i Pirati", "Male Call", "Dickie Dare" e "Steve Canyon". Si tratta di tavole molto preziose (alcune hanno un valore di 100mila euro), nelle quali esce prepotentemente il tratto di un artista originale, capace di restare nella storia (a lui in molti si sono ispirati, tra cui Hugo Pratt).
    Per capire quanto il lavoro di Caniff abbia costituito un momento imprescindibile della storia della narrazione a fumetti, basta guardare il modo in cui operava: l'artista infatti osservava minuziosamente uomini e società e ne coglieva i tratti più autentici, sfruttando le suggestioni che gli provenivano da altri mondi; ne sono prova evidente il taglio cinematografico con cui "inquadrava" i suoi disegni, ispirandosi allo stile rivoluzionario di registi come Orson Welles e Alfred Hitchcock, o ancora l'attenzione maniacale che mostrava nei confronti di vestiti e acconciature con cui 'abbigliava' le sue creature disegnate, elementi non puramente decorativi ma funzionali al racconto, per i quali guardava alla moda del tempo e alle copertine glamour della rivista Vogue.
    La mostra di Pordenone si compone anche di numerosi contenuti di approfondimento a cura di Luca Raffaelli, con appendici tematiche multimediali che toccano, accanto al fumetto, il cinema, la musica e la moda. In particolare, per la moda immagini e filmati di costumi e accessori d'epoca sono stati selezionati in collaborazione con il Museo della Moda e delle Arti Applicate di Gorizia, mentre per quanto riguarda la musica i contributi, scelti da Cristian Carrara, direttore artistico della Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi, documentano la stagione irripetibile di quegli anni, con l'esplosione di contaminazioni musicali e di generi come lo swing e il jazz. A corredo della mostra, sono previste inoltre alcune puntate radiofoniche tematiche, trasmesse all'interno del canale radio del Paff! e un programma di podcast creato dal dee-jay Zellaby con un programma composto da brani di musica d'epoca.
   

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