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Da 2011 in E-R 9,5 mld capitali esteri

Sono le cifre investite secondo ricerca del Comitato Leonardo

(ANSA) - BOLOGNA, 06 LUG - L'Emilia-Romagna attrae investimenti dall'estero grazie a qualità, esclusività, design, know how artigianale e alla capacità delle imprese di fare sistema, nonostante gli ostacoli legati alla burocrazia. Dal 2011 sul territorio c'è stato un afflusso di capitale di 9,5 miliardi di euro. E' quanto emerge dalla ricerca realizzata da Kpmg nell'ambito dell'11/o incontro con il Comitato Leonardo, dedicato al tema delle aperture del capitale delle imprese italiane agli investitori esteri, in particolare nella regione, e presentato al Museo del patrimonio industriale di Bologna.
    Stando allo studio, in Emilia-Romagna Vengono da Stati Uniti, Francia e Germania gli investitori storici, che continuano a ricoprire un ruolo rilevante, mentre da Cina e Giappone se ne affacciano di nuovi. "Le possibilità per attrarre capitali dall'estero in Italia sono elevate, come dimostra la Philip Morris, ma riuscire a snellire le procedure burocratiche e costruire percorsi normativi che favoriscano certi insediamenti sono la base per poter aumentare gli elementi di attrattività", spiega il presidente di Ima e Unindustria Bologna Alberto Vacchi, mentre per Luisa Todini, presidente del Comitato Leonardo, "se è vero che abbiamo problemi burocratici, non smettiamo di essere attrattivi e di attivare spesso processi virtuosi, mettendo insieme la capacità di fare ingegneria progettuale a tutti i livelli".

   Una capacità di attrazione che può portare anche a una crescita dei posti di lavori, come dimostra il caso della Philip Morris, che da poco ha annunciato il raddoppio degli investimenti sul territorio: "Per questo motivo stiamo lavorando con gli enti e le scuole per cercare di accrescere la cultura tecnica - spiega Mauro Sirani Fornasini, amministratore delegato di Philip Morris Italia - la vera sfida però è che all'interno delle aziende le persone continuino a imparare". "La strada delle filiere è quella giusta - aggiunge Maurizio Marchesini, presidente di Confindustria Emilia-Romagna - ci consente di avere rapidità d'intervento e flessibilità". 
   

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