Ue avvisa Erdogan, pena morte è la linea più rossa

Un accordo di vicinato possibile alternativa all'adesione

Redazione ANSA

BRUXELLES - Il controverso esito del referendum costituzionale in Turchia pesa sul rapporto sempre più sfilacciato tra Ankara e Bruxelles. E continua a crescere la distanza tra Ue e Turchia. Ma se l'Europa è pronta a "continuare il dialogo" per la liberalizzazione dei visti e resta impegnata a "fare la sua parte" nell'accordo di un anno fa sui rifugiati, sarà però costretta a chiudere il rapporto se Recep Tayyip Erdogan andrà avanti col progetto di referendum per ripristinare la pena capitale. "La pena di morte non è solo una linea rossa, ma è la linea più rossa di tutte, passare dalla retorica all'azione sarebbe un chiaro segno che la Turchia non vuole andare verso la famiglia europea", ha detto il portavoce della Commissione europea, Margaritis Schinas, sottolineando che la Ue rigetta la pena di morte quindi "non discutiamo nemmeno questa possibilità".

 

Sulla questione dei presunti brogli, ieri mattina è stata l'alto rappresentante per la politica estera europea, Federica Mogherini, a parlare direttamente con Tana de Zulueta, il capo degli osservatori dell'Osce che già lunedì aveva denunciato come la consultazione non avesse rispettato gli standard internazionali e fosse stata pesantemente condizionata. "Alla luce dei rapporti degli osservatori, dello stretto margine del risultato del referendum e delle grandi implicazioni del referendum, la Ue chiede alla Turchia di valutare i prossimi passi molto attentamente", ha così osservato Schinas, lanciando anche l'appello della Ue a "cercare il massimo consenso nazionale possibile" e l'invito al governo turco ad aprire una "inchiesta trasparente sulle presunte irregolarità". Richiesta, quest'ultima, prontamente respinta con sdegno da Ankara. Il ministro per gli affari europei, Omer Celik, ha affermato che "una dichiarazione speculativa come questa, espressa da un portavoce, non può essere accettata" e ha chiesto a sua volta che l'Europa rispetti i "processi democratici" in Turchia. Posizioni speculari e opposte, che rendono surreale il dibattito tra Bruxelles ed Ankara.

 

Mentre il Parlamento europeo chiede che sia formalmente chiuso il negoziato per la candidatura della Turchia all'ingresso nella Ue, l'Europa tiene ancora aperta la porta. Schinas ricorda che Jean-Claude Juncker ha "incoraggiato la Turchia a tornare di nuovo più vicino all'Europa invece di andare più velocemente più lontano", ma a Bruxelles comincia la riflessione sul formato che potrà prendere il negoziato con la Turchia. Con l'ipotesi di aprire un tavolo per un accordo di vicinato come alternativa alla trattativa per un'adesione che appare più lontana che mai.

 

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