Il progetto che emerge dalla consultazione - dice Scanavino - é di un'agricoltura "che sappia misurarsi con i tempi, fare innovazione e scienza e nello stesso tempo sia in grado di tutelare le proprie caratteristiche di biodiversità e qualità italiana, ma anche che renda protagonisti gli agricoltori dello sviluppo della società. Il tutto, nel rispetto per l'ambiente, il cibo, la capacità produttiva e il valore di chi produce".
Dalle interviste sul terreno - precisa all'ANSA il presidente della Cia - "emerge un'agricoltura che non chiede più sovvenzioni, ma di mettere in relazione gli agricoltori più deboli con quelli che fanno migliori performance affinché l'industria agroalimentare, la cooperazione guardi anche a quelle aree per la loro produzione o trasformazione. Quelli della Pianura Padana devono invece poter beneficiare di condizioni uguali ai colleghi della Baviera su costi del lavoro, energia, burocrazia e fisco. Per capirci, a Brescia sciamo forti come a Monaco ma ci penalizzano le condizioni di produzione". Per il presidente della commissione ambiente Giovanni La Via (Ppe), "non ci sarà futuro senza agricoltori e gli agricoltori non possono demandare ad altri la produzione in quanto garantiscono qualità, salubrità e sostenibilità ambientale". La Via ha anche ricordato la grande sfida, "forse la più importante, quella di superare gli sprechi alimentari, soprattutto dalla distribuzione alla tavola".
Per elaborare il contributo degli agricoltori alla 'Carta di Milano' - ha precisato l'eurodeputata della commissione agricoltura Michela Giuffrida (S&d) - "la Cia ha utilizzato il metodo giusto, quello della consultazione dal basso. Bisogna fare in modo di lasciare una vera e propria eredità quando la grande vetrina di Expo sarà conclusa: ossia che il cibo venga riconosciuto come diritto dell'uomo". Giuffrida ha poi ricordato che "la commissione agricoltura del Parlamento Ue si sposterà dal 16 al 19 giugno all'Expo per un confronto sul terreno".
Duranti i lavori, un forte invito a rafforzare la relazione tra il settore agricolo con il mondo della ricerca é giunto dalla presidente del comitato scientifico italiano per Expo, Claudia Sorlini. Per la scienziata, la grande scommessa é fare in modo che "i risultati della ricerca frutto di finanziamenti pubblici giungano alle piccole e medie imprese, mentre spesso - ha spiegato - se ne appropriano le grandi multinazionali per pochi soldi". Insomma, ha detto: "gli enti pubblici non devono contribuire alla sola ricerca ma anche aiutarci a trasferirla".
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