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Agricoltura:Cicu,accordo Ue-Africa Sud penalizza Sud Italia

Agricoltura:Cicu,accordo Ue-Africa Sud penalizza Sud Italia

Per produzione agrumi

BRUXELLES, 13 settembre 2016, 14:01

Redazione ANSA

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"La tutela dei prodotti locali, la protezione delle identità produttive regionali sono principi che non vanno in alcun modo fraintesi né con logiche di protezionismo, né tantomeno con il rifiuto delle politiche di cooperazione commerciale. Si tratta, semmai, di evidenti penalizzazioni a carico delle nostre economie. E l'accordo di partenariato economico tra l'Unione Europea e alcuni stati dell'area sud del continente africano lo dimostra in modo preoccupante. Un patto contro il quale occorre opporsi senza indugi a difesa dei nostri territori". Così l'eurodeputato del Ppe Salvatore Cicu, che anticipa la sua posizione critica rispetto alla relazione sull'intesa fra Ue e Paesi del Sud Africa in votazione mercoledì nell'Aula di Strasburgo.

"Siamo di fronte a un accordo che penalizza i produttori agrumicoli italiani ed europei - ha commentato Cicu - se ad oggi è stabilito il libero accesso delle arance sudafricane in tutto il territorio nazionale, dal primo giugno al 15 ottobre, con l'accordo siglato, invece, è prevista un'ulteriore dilazione temporale consentendo l'ingresso a condizioni agevolate fino al 30 novembre. Il tutto, con una riduzione progressiva della tassazione che sarà completamente abolita nel 2025. Gli effetti - ha specificato l'eurodeputato - sono sia di carattere economico, che di carattere sanitario, con la presenza, nei territori in cui è stato siglato l'accordo, della fitopatia, che in questo modo diventa un serio rischio per l'agrumicoltura europea e nazionale. Oggi, in Italia, abbiamo una produzione agrumicola di circa 150mila ettari, gestiti da oltre 80mila imprese per circa 3mln di tonnellate di prodotto l'anno: questo significa 1,2mld di euro di valore di produzione, pari al 2,4% del valore della produzione agricola nazionale. A livello europeo oltre 500mila ettari e 10mln di tonnellate di prodotto.

I territori che rischiano maggiormente sono ovviamente la Sicilia, la Sardegna, e con essi l'intero Sud del nostro Paese.

Regioni dove è forte una filiera produttiva che valica l'ambito regionale, un condotto dal quale dipendono livelli occupazionali e dinamiche di marketing determinanti per le nostre economie.

In questo senso - ha concluso Cicu - l'Europa deve garantire politiche di tutela e di reciprocità incisive, valorizzando le eccellenze locali, ma anche mettendo a confronto gli standard tecnici e le regole di produzione autorizzate nei vari Paesi, spesso squilibrate a danno dei nostri territori. Tutti aspetti che oggi, la politica commerciale comunitaria, troppo spesso si dimentica".

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