"Siamo di fronte a un accordo che penalizza i produttori agrumicoli italiani ed europei - ha commentato Cicu - se ad oggi è stabilito il libero accesso delle arance sudafricane in tutto il territorio nazionale, dal primo giugno al 15 ottobre, con l'accordo siglato, invece, è prevista un'ulteriore dilazione temporale consentendo l'ingresso a condizioni agevolate fino al 30 novembre. Il tutto, con una riduzione progressiva della tassazione che sarà completamente abolita nel 2025. Gli effetti - ha specificato l'eurodeputato - sono sia di carattere economico, che di carattere sanitario, con la presenza, nei territori in cui è stato siglato l'accordo, della fitopatia, che in questo modo diventa un serio rischio per l'agrumicoltura europea e nazionale. Oggi, in Italia, abbiamo una produzione agrumicola di circa 150mila ettari, gestiti da oltre 80mila imprese per circa 3mln di tonnellate di prodotto l'anno: questo significa 1,2mld di euro di valore di produzione, pari al 2,4% del valore della produzione agricola nazionale. A livello europeo oltre 500mila ettari e 10mln di tonnellate di prodotto.
I territori che rischiano maggiormente sono ovviamente la Sicilia, la Sardegna, e con essi l'intero Sud del nostro Paese.
Regioni dove è forte una filiera produttiva che valica l'ambito regionale, un condotto dal quale dipendono livelli occupazionali e dinamiche di marketing determinanti per le nostre economie.
In questo senso - ha concluso Cicu - l'Europa deve garantire politiche di tutela e di reciprocità incisive, valorizzando le eccellenze locali, ma anche mettendo a confronto gli standard tecnici e le regole di produzione autorizzate nei vari Paesi, spesso squilibrate a danno dei nostri territori. Tutti aspetti che oggi, la politica commerciale comunitaria, troppo spesso si dimentica".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA