L'80 per cento dei ragazzi
italiani tra i 18 e 30 anni vorrebbero lavorare nella digital
economy e lanciare una propria start-up digitale. Lo rivela
un'indagine della Vodafone Institute condotta su 6000 giovani di
sei Paesi Ue. Italiani e spagnoli sono i più propensi a iniziare
una carriera nel digitale e nelle telecomunicazioni, molto più
di tedeschi e britannici (dal 18 al 24 per cento).
Secondo lo studio "Talking about a Revolution: Europe's Young
Generation on Their Opportunities in a Digitised World" condotto
da YouGov per conto della Vodafone Institute, la maggioranza
degli italiani (87 per cento) ritiene che le abilità digitali
costituiscano sempre di più un requisito fondamentale nel mondo
del lavoro, l'84 per cento reputa fondamentale la formazione
digitale continua e circa il 90 per cento ritiene che scuola e
mondo del lavoro dovrebbero cooperare di più.
Anche per questo l'88 per cento degli italiani ritiene che le
aziende private dovrebbero poter finanziare corsi di formazione
all'interno delle stesse strutture educative oggi giudicate
sufficientemente preparate da solo il 7 per cento degli
intervistati. Sempre lo studio rivela che il 79 per cento dei
giovani italiani ritiene che l'Europa possa e debba assumere un
ruolo da leader nello sviluppo delle telecomunicazioni mentre
solo il 10 per cento si dice fiducioso sul fatto che l'Italia
possa rimanere competitiva in questo settore.
Tuttavia, se i giovani italiani ritengono che da un lato le
maggiori tecnologie aumentino le chance individuali di trovare
un lavoro, dall'altro lato ben il 40 per cento teme che lo
sviluppo delle ICT porti a una riduzione dei posti di lavoro
totali di almeno il 20 per cento. Tra i settori che potrebbero
aumentare i propri addetti, gli intervistati vedono
l'educazione, la tecnologia ICT e il giornalismo.
Lo studio della Vodafone Institute è stato condotto in Italia,
Spagna, Germania, Regno Unito, Repubblica Ceca e Paesi Bassi, e
i risultati verranno presentati ufficialmente nel contesto della
conferenza "Digitising Europe" a Berlino il prossimo 4 dicembre.
(ANSA)
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