Intanto, passato un anno dall'annessione della Crimea e dall'esplosione del conflitto nell'Ucraina dell'est, a Bruxelles si riconosce che sono stati fatti errori nei mesi che hanno preceduto il rifiuto dell'accordo tra Ucraina e Ue che fecero scattare le proteste in piazza Majdan. "Ci si è fatti prendere dalle rigidità del 'processo' europeo, sono stati sottovalutati segnali, non si è fatto tutto quello che si poteva e doveva fare per prevenire la crisi con la Russia" spiega un'alta fonte diplomatica europea. Di fatto, una ammissione che la fase finale delle trattative per l'accordo di libero commercio con Kiev da parte della Commissione Barroso, gestita da Catherine Ashton e Stefan Fule, rispettivamente ex alto rappresentante e Commissario per l'allargamento, ha sottovalutato le reazioni di Mosca. Ieri il nuovo 'ministro degli esteri' europeo, Federica Mogherini, ha lanciato la revisione delle politiche per il vicinato dell'europa, "in fiamme" tanto a sud quanto a est.
Punto centrale, quella che suona come una rivoluzione copernicana nei palazzi bruxellesi: da ora in poi i rapporti con i vicini si terranno tenendo conto e "cooperando" con "i vicini dei vicini".
Da mesi a Bruxelles si studiano gli scenari di una possibile 'fase 4' delle sanzioni economiche. Ma, come ricordato ieri anche dalla Cancelliera Angela Merkel in visita alla Commissione, dopo il fragile accordo-bis di Minsk, l'escalation scatterebbe solo "se viene violato il pacchetto concordato a Minsk". Ed oggi, mentre il premier Matteo Renzi deponeva fuori sul luogo dell'assassimio di Boris Nemtsov poco prima di incontrare Vladimir Putin al Cremlino, il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier in una intervista ad Handelsblatt si è detto contrario a "un isolamento duraturo dell'Europa nei confronti della Russia".
Insomma, con la Russia - indispensabile partner contro l'Isis e in Libia - bisogna trattare. "Chi vuole una soluzione deve avere il coraggio di tornare alle trattative, laddove se ne offrisse la possibilità. Parole anche forti non evitano i morti" afferma Steinmeier, aggiungendo di non aver "mai avuto l'illusione che il conflitto si possa risolvere soltanto con le sanzioni".
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