L'Ue se vuole evitare il
contagio della Xylella deve fare più controlli sulle
importazioni delle piante dai paesi terzi. E' il messaggio
dell'eurodeputata del M5S Rosa D'Amato, che ieri ha incontrato
il capogabinetto del commissario Ue alla salute Vytenis
Andriukaitis.
"Ho avuto l'impressione che per la Commissione europea
l'abbattimento massiccio di ulivi e l'uso su larga scala di
pesticidi, sconsigliati dall'agenzia Ue per la sicurezza
alimentare, siano l'unica strada che si vuole praticare dinanzi
all'emergenza Xylella", afferma l'europarlamentare
pentastellata, "e questo non tanto perché si è sicuri
dell'efficacia di queste misure, data l'assenza di prove
scientifiche certe in materia, ma solo per tranquillizzare gli
altri stati europei". Il rischio, spiega, "come ci hanno detto
gli uomini di Andriukaitis, è che l'embargo unilaterale della
Francia contro le piante vive importate dalla Puglia possa
essere d'esempio per altri paesi e che venga allargato a tutti i
prodotti italiani. A mio avviso, ciò rappresenta un vero e
proprio ricatto a danno degli agricoltori e dell'ambiente
pugliesi. Un ricatto inaccettabile".
"E' dal 2013 che in Puglia c'è la Xylella - continua D'Amato -
ma solo adesso parliamo del rischio di un contagio europeo.
Eppure, il batterio scoperto ieri in Francia arriva da una
pianta sudamericana sbarcata a Rotterdam, ossia lo stesso luogo
da cui sarebbe passata la Xylella prima di arrivare in Puglia. A
questo punto, l'Ue dovrebbe mettere sotto embargo l'intero porto
di Rotterdam?". Per l'eurodeputata tarantina, "la lista delle
responsabilità è lunga: in due anni, la Puglia ha avuto più di 1
milione di euro per combattere la Xylella senza ottenere
risultati e l'Europa non si è mossa per affrontare il tema, oggi
scottante, della carenza di misure di prevenzione contro i
rischi derivanti dall'importazione di piante da paesi extra Ue.
Oggi, comunque, non abbiamo tempo per parlare di responsabilità:
bisogna agire sì in fretta, ma evitando nuovi errori".
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