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Giappone-Ue: al lavoro per chiudere accordo libero scambio

A Tokyo 23/o summit, obiettivo chiusura trattative entro 2015

Redazione ANSA TOKYO
(ANSA) - TOKYO, 28 MAG - Giappone e Unione europea, in base alla condivisione di "valori e principi fondamentali", avranno domani a Tokyo il 23/mo summit bilaterale con attenzione alle grandi questioni internazionali (Ucraina, Medio Oriente e peso della Cina nei mari, tema caro a Tokyo) e al negoziato sull'Epa (Economic partnership agreement) che non decolla.

Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione, ha detto, mostrando ottimismo alla vigilia della missione nel Sol Levante, "di voler giungere a un accordo sull'Epa entro quest'anno". Un proposito presente nei piani della parte nipponica, almeno sulla carta, che vorrebbe "scrivere chiaramente la data di chiusura" della trattativa, hanno riferito all'ANSA autorevoli fonti, con tanto di menzione nella dichiarazione congiunta finale. Che sarà riassunta in conferenza stampa dove non si potranno fare domande.

Il premier Shinzo Abe vuole rafforzare l'interscambio con i Paesi firmatari di Free trade agreement passando dal 18,9% del 2012 al 70% del 2018, colmando il ritardo con la Corea del Sud che ha siglato Fta con Ue e Usa, e procede spedita con la firma di un altro (ma meno ampio delle attese) anche con la Cina.

Cecilia Malmstrom, commissaria Ue al Commercio e incaricata del dossier Epa, è da mercoledì in Giappone dove ha visto il ministro degli Esteri Fumio Kishida e dell'Economia, Commercio e Industria, Youichi Miyazawa, secondo cui c'è "diversità" tra Tpp (il libero scambio a guida Usa arenatosi sulle resistenze di Tokyo del capitolo agricolo) ed Epa. "Dobbiamo lavorare per la conclusione entro il 2015", ha detto Miyazawa. "Se vogliamo finalizzare, dobbiamo accelerare il passo", detto Malmstrom.

L'Epa dovrebbe sfociare nello Strategic Partnership Agreement a livello politico, che procede con trattative parallele.

Le parti hanno già avuto 10 round negoziali e il prossimo è a inizio luglio. L'Ue mira all'intesa di ampio respiro su scambio di merci, appalti pubblici, servizi, investimenti e indicazioni geografiche. Su quest'ultimo punto, c'è la novità nipponica della operatività dal primo giugno della Gi (Japan geografical indication), una Igp studiata sull'esperienza di Parmiggiano reggiano e pollo francese Bresse. Ai nastri di partenza, il 'rakkyo' (un cipollotto) di Tottori, il caco di Ichida (Nagano) e l'aceto nero di riso di Kagoshima. Entro il 2020, nei piani di Abe, l'export agroalimentare di Tokyo dovrebbe raddoppiare.

Intanto, il deficit commerciale dell'Ue con il Giappone è sceso nel 2014 a 1,3 miliardi di euro, dagli oltre 20 miliardi di media del periodo 2004-11 e i 2,6 miliardi del 2013. Dai dati sull'interscambio, diffusi da Eurostat, è emerso che Tokyo era tra i 5 principali partner di Bruxelles nel 2014, mentre ora è al 7/mo posto e vale poco più del 3% degli scambi exta-Ue.

Negli ultimi 10 anni, l'import giapponese è passato dal 4,6% del 2004 al 3,1% del 2014, con l'export più che dimezzato dal 7,3% al 3,2%. L'Italia è primo per surplus (2,6 miliardi nel 2014 dai 3,4 del 2013) e precede Francia e Germania.

Al summit, oltre a Juncker e Malmstrom, ci sarà il Presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, e Federica Mogherini, Alto rappresentante dell'Ue per gli affari esteri. (ANSA).

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