"La decisione della Commissione Ue invia un segnale chiaro, che tali pratiche fiscali che creano una corsa verso il basso tra gli Stati non sono più accettabili. Dopo decisioni simili contro Starbucks nei Paesi Bassi e Fiat in Lussemburgo lo scorso anno, l'Europa sembra meno una giungla fiscale", scrive in una nota l'eurodeputata dei Socialisti e Democratici (S&D) Pervenche Berès, portavoce sulle questioni economiche, monetarie e fiscali. "Per proteggere il mercato interno ed essere sicuri che nessuno giochi sporco abbiamo bisogno di un'applicazione rigorosa, coraggiosa e coerente delle regole sulla concorrenza.
Questo è ciò che fa" il commissario europeo Margrethe Vestager, afferma in un comunicato l'eurodeputato del Partito popolare (Ppe) Burkhard Balz, portavoce del gruppo in seno alla commissione Affari economici e monetari.
"Questa è una vittoria importante ed un potente esempio di come l'Europa può rendere la giustizia fiscale internazionale, là dove gli Stati da soli non possono o non vogliono agire", dichiara in una nota la Verde Eva Joly, vice-presidente della commissione d'inchiesta Pana sulla frode fiscale.
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