Le nuove regole Ue sui rifiuti
attualmente in discussione a Bruxelles saranno ritirate, riviste
e corrette. Né i ministri dell'ambiente, né la maggioranza
dell'Europarlamento e tantomeno gli ambientalisti, pare siano
riusciti a convincere la nuova Commissione europea a desistere
dal suo intento di eliminare la proposta dell'esecutivo
precedente, nonostante il lavoro già avviato da settimane. Salvo
colpi di scena last minute, il pacchetto di normative che
include gli obiettivi Ue di riciclo del 70% per i rifiuti urbani
e dell'80% per gli imballaggi entro il 2030, sembra destinato a
naufragare.
La Commissione Ue targata Juncker "ha deciso di non portare
avanti la proposta e di presentarne un'altra nel 2015" ha detto
chiaro e tondo Karl Falkenberg, direttore alla DG ambiente della
Commissione Ue, agli eurodeputati. Gli stessi che ancora non
sono riusciti ad ottenere "una motivazione credibile" per questa
decisione, spiega Giovanni La Via (Ncd/Ppe), presidente della
Commissione ambiente, nonostante la prospettiva di fatto sia
quella di rimandare il lavoro di almeno un paio d'anni, fra la
presentazione della nuova normativa e la discussione.
Di fronte alla vaga intenzione dell'esecutivo Ue di rendere
il pacchetto "più ambizioso" per rilanciare la crescita, Simona
Bonafé (Pd), responsabile del dossier per l'Europarlamento, ha
snocciolato a Falkenberg la stima dell'impatto economico della
normativa già sul tavolo: "180mila nuovi posti lavoro, fino a un
massimo di due milioni con il pacchetto a regime; aumento
potenziale del Pil dell'1% e risparmio sulle materie prime fra
il 10 e il 40%".
L'ampia maggioranza degli eurodeputati contraria al ritiro
della proposta costituisce "un segnale preciso" ha commentato
Bonafé."Penso che la Commissione europea ne debba tener conto e
penso con altrettanta chiarezza che noi dobbiamo andare avanti"
ha concluso l'eurodeputata del Pd. In questo braccio di ferro
istituzionale, il Parlamento europeo combatterà fino all'ultimo.
"Noi aspettiamo che la Commissione europea prenda una decisione,
il programma di lavoro non è stato ancora approvato" ha detto il
presidente della Commissione ambiente, La Via. Il tempo stringe,
secondo Falkenberg "la formalizzazione della decisione è attesa
a febbraio".
A questo punto l'ultima chance è solo un dietrofront del
presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, per
evitare strappi con le altre istituzioni. "Mi risulta che dopo
forti attacchi ricevuti da parte del Parlamento europeo in
plenaria, Juncker abbia deciso di prendere in mano la situazione
e intenda fare una sua valutazione" riferisce La Via. Gli indizi
per ora non segnano un cambio di rotta: in Commissione "si è
appena costituito un gruppo di lavoro ad hoc per la nuova
normativa" riferiscono fonti Ue. Si parla di attivare meccanismi
di crescita, di legami con il piano d'investimenti Juncker, ma
anche di nuove regole per rendere apparecchi elettronici ed
elettrodomestici efficienti (ecodesign), oltre che di misure di
sostegno ai Paesi meno avanzati nel riciclo. La macchina
insomma, si è già messa in moto. (ANSA)
Riproduzione riservata © Copyright ANSA