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Gas: De Vincenti, Italia più avanti di tutti per hub Ue

Gas: De Vincenti, Italia più avanti di tutti per hub Ue

No competizione Spagna. Sì ruolo Ue pre-accordi e Unione energia

BRUXELLES, 05 marzo 2015, 19:51

Redazione ANSA

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L'Italia è "più avanti di tutti gli altri" per diventare un hub del gas per l'Europa del Mediterraneo e "non c'è competizione con la Spagna". Anzi, "che ci siano più hub non è un male ma fa parte della strategia di diversificazione delle fonti e delle rotte assolutamente necessaria per l'Europa". Così il viceministro allo sviluppo economico Claudio De Vincenti al termine del Consiglio Ue energia. "Stiamo facendo il reverse, flow, il Tap e potenziando i rigassificatori, siamo quelli più avanti di tutti", ha sottolineato De Vincenti all'indomani del summit Francia-Spagna-Portogallo-Ue con la creazione di un gruppo di alto livello per mettere fine all'isolamento energetico della Penisola Iberica. La Spagna ha una capacità di terminali Lng per oltre il 50% non utilizzata, mentre lo scorso 20 febbraio è stata inaugurata la linea elettrica Santa Llogaia - Baixàs che raddoppia la capacità di interconnessione tra Francia e Spagna. Anche la Bulgaria mira a diventare l'hub del gas per il Sud-Est europeo e, insieme ai Paesi della regione e alla Commissione Ue, ha già tenuto un vertice a Sofia con la costituzione di un gruppo di alto livello sulla falsariga di quello iberico.

L'Italia ritiene "importante che ci sia un raccordo con la Commissione Ue, un'interazione con il suo ruolo nel coordinare l'azione degli stati membri" nella definizione ex-ante degli accordi intergovernativi sul gas. Così il vice ministro allo sviluppo economico Claudio De Vincenti sulla proposta, nata dal caso South Stream, che Bruxelles ha presentato la scorsa settimana nel pacchetto per l'Unione dell'energia. In ogni caso, ha aggiunto, "noi abbiamo sempre sostenuto che gli accordi intergovernativi devono essere fatti nel quadro di applicazione delle regole europee".

De Vincenti ha invece ribadito la contrarietà dell'Italia alla possibilità di acquisti di gas collettivi, un'opzione di cui Bruxelles intende verificare la percorribilità ma solo in circostanze d'emergenza e per quei paesi che hanno un fornitore unico, ossia alcuni nordici e i baltici. "Noi non siamo molto a favore di questa ipotesi - ha detto il vice ministro - perché in un mercato libero come quello Ue sono gli operatori che fanno gli acquisti, l'importante è monitorare la situazione e far sì che ci sia sempre sicurezza degli approvvigionamenti".

In generale "l'Italia è a forte supporto dell'Unione energetica: riteniamo che il documento della Commissione sia un ottimo punto di partenza per costruirla". Lo afferma il vice ministro allo Sviluppo economico Claudio De Vincenti arrivando al Consiglio Energia. "La questione delle infrastrutture, di cui discutiamo oggi - aggiunge De Vincenti - è fortemente collegata: l'unione energetica ha bisogno sia di infrastrutture intraeuropee, sia di interconnessione con l'estero, perché siano la struttura portante dell'unione. Quindi discuteremo anche della sicurezza, un tema molto legato ai due precedenti" "Riteniamo che l'unione energetica - ribadisce De Vincenti - sia un obbiettivo di interesse nazionale italiano. Per noi significa, oltre a un allineamento dei prezzi con gli altri Paesi Ue, anche fare dell'Italia un protagonista del mercato europeo, in linea con la nostra idea di fare del nostro Paese l'hub del gas da sud per l'Europa". "Naturalmente l'Italia, non da oggi, è molto attenta a diversificare le fonti di approvvigionamento sia di gas che di petrolio. Per cui abbiamo le nostre strategie di sicurezza delle forniture, ma non da oggi". Così il viceministro per lo Sviluppo economico Claudio De Vincenti, arrivando al Consiglio Energia, risponde sulle possibili conseguenze per l'Italia, dal punto di vista energetico, nel caso di un ulteriore aggravamento delle crisi in Libia.

"Lavoriamo per una soluzione della crisi libica - sottolinea De Vincenti - che consenta di stabilizzare politicamente il Paese e dare continuità ai rapporti economici con tutti i Paesi, e quindi anche con noi".

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