"Che sia chiara una cosa, che
l'Italia vuole mantenere tutti gli impegni che ha preso. Per noi
l'accordo di riduzione di Co2 di almeno il 40% entro in il 2030
è irrinunciabile. Siamo tra i paesi più virtuosi, sicuramente in
Europa e forse al mondo, per la riduzione di Co2 e produzione di
energia rinnovabile. Vogliamo che questi sforzi ci vengano
riconosciuti, perché vogliamo che anche gli altri paesi siano
virtuosi quanto noi". Lo dichiara il ministro per l'ambiente,
Gian Luca Galletti, al termine del Consiglio Ue in cui ha
espresso le "forti perplessità e preoccupazioni" dell'Italia per
la proposta della Commissione sulla metodologia per raggiungere
l'obiettivo di riduzione delle emissioni. "Bisogna che ognuno
faccia la propria parte, se poi qualcuno vorrà volontariamente
fare anche di più, ben venga - aggiunge - Io voglio essere tra
quelli che volontariamente fanno anche più dei compiti a casa
che l'Europa assegna. Voglio però che i compiti a casa siano
equi, nel principio dell'integrità ambientale, tra tutti i paesi
europei, non che qualcuno paghi il conto più degli altri".
Il ministro poi manifesta un certo ottimismo specificando di
aspettarsi che "il lavoro vada avanti tenendo conto delle giuste
osservazioni che noi già da tempo facciamo alla proposta della
Commissione e mi pare che ci siano buone possibilità, perché c'è
il riconoscimento unanime delle buone ragioni che l'Italia ha
avanzato in questi mesi".
Il problema sollevato da Galletti riguarda da una parte la
possibilità di correggere al ribasso lo sforzo di riduzione,
tenendo conto dell'assorbimento dei gas serra da parte delle
foreste e piantagioni presenti sul territorio nazionale (che per
l'Italia è la più bassa in Ue, con lo 0,3%), dall'altra la
'traiettoria' di riduzione delle emissioni per i settori come
edilizia, agricoltura, gestione dei rifiuti e trasporti.
"Noi - ha spiegato Galletti - chiediamo che siano
riconosciuti gli sforzi in termini di riduzione delle emissioni
che abbiamo fatto fino ad oggi. Questa proposta finisce per fare
il contrario: finisce per aiutare quei paesi che fino ad oggi
non sono stati virtuosi. Questo non è accettabile, non perché
voglio fare di meno. Se io faccio qualcosa di più, qualcuno in
Europa fa meno per far tornare la cifra del 40%. Se ognuno fa
quello che deve fare e qualcuno volontariamente fa anche di più
quel 40% può diventare il 41% o il 42%, che è quello che voglio.
La mia posizione non è per far meno dal punto di vista
ambientale, ma perché l'Europa insieme faccia di più".
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