Puntare sui giovani e sullo
sviluppo di nuove competenze e opportunità di lavoro che stanno
emergendo grazie alla transizione energetica in corso. E' il
messaggio al centro del dibattito organizzato da Enel in
collaborazione con EU40, l'associazione di europarlamentari
under 40, tenutosi a Bruxelles nel luogo simbolo dell'Icab, uno
dei principali incubatori europei di start-up tecnologiche. Tra
i partecipanti, il direttore European Affairs di Enel Simone
Mori, diversi europarlamentari tra cui, in qualità di
moderatore, il membro della commissione occupazione ed affari
sociali Brando Benifei (Pd), oltre a diversi rappresentanti di
associazioni giovanili e start-up. Ospite d'eccezione, il
commissario Ue alla ricerca Carlos Moedas. Focus del suo
discorso, il legame tra digitalizzazione e aumento della
produttività: se la prima fase della digitalizzazione ha
riguardato l'Ict, ora questa deve allargarsi a tutti i settori -
si pensi per esempio all'Internet delle cose. Le grandi imprese
europee, tradizionalmente industriali, ha quindi sottolineato
Moedas, devono quindi essere capaci di integrare e fondere la
rivoluzione digitale nel proprio 'core business'. Dal punto di
vista del direttore European affairs di Enel, invece, è
importante che politica e mondo accademico contribuiscano a
promuovere un ecosistema adatto a un modo di fare impresa in
costante e veloce evoluzione. E, ha sottolineato Mori, la
strategia 'Open Innovation' del Gruppo Enel va proprio in questa
direzione: tra le attività che ne sono frutto spicca il progetto
'Incense', ovvero INternet Cleantech ENablers Spark,
l'incubatore d'impresa realizzato da un consorzio coordinato da
Enel, cofinanziato dall'Ue, e rivolto alle startup innovative
nel settore energetico. A questo proposito è intervenuto anche
uno dei fondatori di Nozomi Networks, una delle start-up
selezionate nell'ambito di Incense.
Uno dei nodi chiave, infatti, ha ricordato Benifei, è che la
digitalizzazione coinvolge ormai non solo il mondo del lavoro ma
anche la vita dei cittadini. In questo senso, quindi, ha
sottolineato l'europarlamentare, la politica deve essere non
solo ricettiva ma anche proattiva nell'accogliere le innovazioni
tecnologiche e il relativo impatto sociale. Questo può avvenire
promovendo programmi educativi e accademici che intercettino le
rinnovate esigenze del mondo del lavoro, e ponendo l'innovazione
digitale al centro di un ambizioso piano di strategia
industriale.
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