Per poter giungere ad affibbiare eventuali sanzioni pecuniarie all'Italia e agli altri Paesi sotto infrazione i tempi sono infatti molto lunghi. Prima di tutto, il Paese sotto accusa deve essere oggetto di una specifica condanna da parte della Corte di giustizia Ue al termine dell'iter della prima procedura d'infrazione (il che può richiedere ancora molti mesi se non un anno o più). La Commissione europea deve poi aprire e portare avanti una seconda procedura d'infrazione contro il Paese interessato per la mancata applicazione di quanto previsto dalla prima condanna della Corte. Solo nel momento del secondo deferimento alla Corte e a conclusione di un iter che solitamente prende almeno uno o due anni, Bruxelles può chiedere l'applicazione di multe.
Avviata nel 2015, la procedura di infrazione è stata aperta da Bruxelles per il superamento dei valori limite di biossido d'azoto (NO2). In particolare, all'Italia si contesta il mancato rispetto dei suddetti valori per numerose "zone di qualità dell'aria" previste dalla direttiva 2008/50/CE e la mancata attuazione di misure appropriate per limitare il periodo di superamento dei limiti.
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