Le parole da Atene riattizzano la preoccupazione in Germania.
Dove già si ipotizza che a luglio servirà un terzo pacchetto di aiuti da 20 miliardi e dove Angela Merkel si dice diplomaticamente lieta perché è stato trovato "un punto di partenza per le trattative con il nuovo governo" e giudica l'accordo raggiunto ieri "una notizia positiva". Ma dove il ministro delle finanze Wolfgang Schaeuble non ha mezzi termini nel porre la questione della fiducia in Atene. "Ora - dice parlando alla radio Swr2 - la questione è se possiamo credere o meno alle rassicurazioni del governo greco. Ci sono molti dubbi in Germania, questo deve essere compreso". Ed il suo portavoce, Martin Jaeger, chiede ad Atene di "non dare segnali contrari fra loro". Intanto Draghi al Parlamento europeo annuncia che "se ci sono tutte le condizioni" la Bce "è pronta a ripristinare la deroga sui bond greci", ovvero a riaprire il rubinetto della liquidità chiuso il 4 febbraio, quando - dopo i primi bellicosi annunci del governo Tsipras - bloccò appunto la deroga in vigore dal 2010 che permetteva alle banche greche di rifinanziarsi alla Bce nonostante fornissero a garanzia titoli di stato greci con rating speculativo ad alto rischio. Oggi, specifica che la deroga sarà ripristinata "quando il Consiglio deciderà che ci sono le conclusioni per una conclusione positiva del programma".
Poi il presidente definisce "un malinteso popolare" l'idea che la Bce lucri sui bond greci: gli utili, ricorda, li ha sempre restituiti tramite le altre 18 banche centrali che li hanno girati alla Grecia.
Tra le condizioni del programma ci sono le privatizzazioni.
Lo stop annunciato da Lafazanis va nella direzione opposta.
Esponente di spicco della sinistra interna di Syriza, il ministro dell'energia in una intervista a Ethnos ha affermato che l'offerta per Admie "non andrà avanti" perché - a suo dire - "non sono state presentate offerte vincolanti" e "quindi non sarà completata". A sovrintendere su tutte le privatizzazioni è comunque Varoufakis. Ma l'uscita di Lafazanis è kla spia dei malesseri interni al partito, con il premier Alexis Tsipras che oggi ha convocato una riunione a porte chiuse con i parlamentari del suo partito per aggiornrli sugli impegni presi. E cercare di placare i malumori di chi si è sentito tradito.
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